I terremoti avvengono principalmente di notte?
I grandi terremoti avvengono di notte? E’ una domanda che in Italia ci siamo posti spesso. Ad avvalorare la tesi che ciò sia vero, sono sicuramente stati gli ultimi due grandi sismi che hanno scosso il nostro Paese: L’Aquila, 6 aprile 2009, alle 3:32 e Centro Italia, 24 agosto 2016, alle 3:36. Praticamente i due eventi sono avvenuti alla stessa ora. Bisogna però affermare che a L’Aquila le scosse sismiche erano già iniziate qualche tempo prima dell’evento principale. Ricordiamo anche grandi scosse avvenute in pieno giorno come quella in Umbria del 1997 avvenuta alle 11:40 e quella del lontano 1783 in Calabria avvenuta a mezzogiorno.
Sul tema non si trovano molti studi scientifici, ma si sente spesso dire che ci possa essere una certa influenza termica nello scatenare un terremoto. Di certo i fenomeni che avvengono di notte potenzialmente possono causare più vittime poiché le persone sono in casa che dormono. Per affrontare questo problema ci siamo confrontati anche con i tecnici dell’INGV (Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia) e da loro viene affermato che non ci sia nessuna correlazione legata al riscaldamento o raffreddamento della crosta terrestre che avviene durante il giorno e la notte. I raggi solari scaldano solo una parte superficiale di pochi metri della crosta e spesso i terremoti sono originati a km dalla superficie terrestre dove non c’è più influenza.
Abbiamo comunque voluto analizzare i dati per capire se ci sia una certa frequenza legata ad alcuni particolari momenti del giorno o della notte. Scaricando il database di dati sismici dell’INGV abbiamo selezionato circa 10.000 scosse registrate in Italia (e zone limitrofe) dal 1985 ad oggi. Il dato lo abbiamo filtrato per scosse più intense di magnitudo 3 e generate ad una profondità superiore o uguale a 10 km. Il campione è sufficientemente grande per una buona analisi statistica.
Conseguentemente abbiamo analizzato la frequenza oraria e quindi abbiamo contato quanti eventi si fossero registrati in ognuna delle 24 ore. Si può affermare che c’è un sostanziale equilibrio, dunque non ci sono picchi particolari durante le ore notturne.
Si osserva però un leggero incremento di frequenza durante le ore notturne. In termini di probabilità, se la stessa è 4,1% per un fenomeno che è esattamente distribuito egualmente per ogni ora, nel caso di questo campione invece troviamo un picco fra le ore 2 e le 3 (orario U.T.C. che è l’ora solare riferita al meridiano di Greenwich) del 5%, mentre una minore probabilità fra le ore 15 e le 16 (orario U.T.C.) pari a 3,4%.
Non stiamo parlando di grosse differenze, ma di certo pare esserci anche dal punto di vista statistico una leggera tendenza ad una maggiore frequenza di scosse durante le ore notturne. Se secondo gli esperti è da escludere una questione termica, una risposta potrebbe arrivare invece da un altro fenomeno che è legato alle forze gravitazionali.
La notte siamo soggetti ad una gravitazione del sole leggermente più bassa e dunque queste variazioni (seppur piccolissime) possono provocare delle variazioni di tensione nella crosta che possono generare dei sismi. Alcuni studi parlano anche di eventuali influenze date dai cicli lunari o di altri pianeti. Insomma l’influenza gravitazionale potrebbe essere la risposta a questa annosa questione.
Tutta la questione legata ai sismi è ancora oggi oggetto di grande ricerca scientifica e molte dinamiche sono ancora da scoprire e definire. In Italia questo importante ruolo lo ha l’INGV e le principali università del Paese. Anche la questione a cui vi abbiamo sottoposto merita un approfondimento e ulteriori studi affinché si possano affinare sempre più i modelli che regolano questi fenomeni e che l’uomo ad oggi non può prevedere. Gli strumenti che abbiamo oggi sui sismi sono la ricerca scientifica e tanta prevenzione e informazione.
Fonti Consultate: INGV, Prof. Carlo Doglioni (Sapienza), USGS