Il lupo: problema o opportunità?
Grazie al nuovo social ClubHouse e al Club Ambiente Italia , che è la stanza dedicata alle tematiche ambientali di GeoMagazine.it, si è dibattuto con diversi tecnici italiani della questione lupo. Di questo affascinante animale, spesso al centro dell’attenzione mediatica soprattutto nelle aree che sta (naturalmente) ripopolando, continuano ancora i falsi miti e le leggende che spesso risalgono direttamente dal medioevo.
Il lupo, che è l’animale simbolo del nostro Paese (e forse in pochi lo sanno) e il simbolo della leggenda di fondazione di Roma, continua a destare sentimenti divisivi. E’ importante però, proprio perché si creano questi sentimenti contrastanti, di fare corretta informazione e momenti di divulgazione.
Per poter avere un quadro completo nazionale, per il dibattito su ClubHouse, abbiamo invitato diversi esperti nazionali dalle aree dove il lupo non è mai scomparso e da quelle dove è arrivato recentemente. Per il sud era presenta la naturalista e lupologa Francesca Crispino che è anche guida ufficiale dei Parchi Nazionali della Sila e del Pollino, in Calabria. In queste zone, dove il lupo non è mai scomparso, le problematiche permangono comunque e l’avversione per l’animale diciamo non è mai scomparsa. In particolare la convivenza con gli allevamenti è sempre fonte di problematiche. E’ stato sottolineato però anche il grande problema dei cani randagi in questa parte d’Italia (e non solo, sono in numero 4 volte più dei lupi).
Spostandoci più a nord, in centro Italia, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini (Marche), e nella zona forse più settentrionale dell’Appennino dove il lupo non è mai scomparso ci ha parlato della tematica il biologo del Parco Alessandro Rossetti. Qui in queste zone, se le comunità tendenzialmente convivono da sempre con il lupo, gli allevatori sanno come difendersi, qualche problema sta nascendo dai nuovi allevamenti allo stato brado. Anche qui come al sud permane qualche sacca di avversione fatta di stereotipi verso questo animale.
Per le aree di recente colonizzazione da parte del lupo, siamo andati sulle Alpi. Qui abbiamo trovato il naturalista e guardiaparco, Luca Giunti, del Parco Naturale delle Alpi Cozie in Piemonte. La sua posizione pone un altro punto di vista e afferma come inevitabilmente il lupo fa cambiare le abitudini di chi in particolare vive di allevamento in montagna. Nelle sue parole si parla anche di “addestramento” del lupo facendo capire all’animale dove deve o non deve spingersi, attuando delle tecniche che distolgano il lupo da andare a predare gli animali degli allevamenti.
Per la Valle d’Aosta, aree invece al centro della “problematica” e delle cronache in questi ultimi mesi, abbiamo parlato con il veterinario Steve Pervier del Corpo Forestale Valdostano. La regione alpina ha mantenuto autonomo il corpo per la gestione della tutela ambientale. Con lui si è parlato della nuova normativa regionale che pone come estrema ratio l’abbattimento di eventuali lupi in caso si presentino problemi, però la stessa norma affida la decisione finale al Ministero della Transizione Ecologica e all’ISPRA.
Fra gli intervenuti al dibattito anche il sindaco del Comune valdostano di Arvier. La località valligiana, situato ai bordi del Parco Nazionale Gran Paradiso, era salita agli onori della cronaca nazionale per la presenza di lupi in mezzo al borgo durante l’inverno scorso. Il Sindaco Mauro Lucianaz ha esposto quali possono essere le problematiche e le difficoltà di chi amministra un territorio e deve dare risposte agli abitanti.
In chiusura del dibattito, il moderatore Jean Pierre Feo, ex amministratore di un Comune nel Parco Nazionale Gran Paradiso, ha lanciato la provocazione (ma fino ad un certo punto) sul fatto che il lupo possa essere invece anche una opportunità per il turismo (ovviamente quello sostenibile). Le famiglie e i bambini potrebbero cogliere l’opportunità di conoscere meglio questo animale elusivo, grazie alle aree protette che potrebbero raccontare e invitare a fare passeggiare fra le orme di questo predatore (facendo attenzione a non disturbarlo). Questa proposta di riflessione la lanciamo anche a voi lettori.
Il tema del lupo appare ancora più affascinante e complesso dopo questi dibattitti, di certo come ribadito dai tecnici il lupo non è pericoloso per l’uomo, ma lo sono molto di più i cani randagi. E’ emerso che la questione vada affrontata a livello nazionale con piani di gestione e con programmi di divulgazione. Questo animale è importantissimo dal punto di vista ecologico e per questo (giustamente) le normative lo tutelano. Bisognerà solo imparare a conviverci affrontando il problema in maniera scientifica e informata e noi di GeoMagazine.it continueremo a parlarne.