Nostalgia anni ’90: ne siamo sicuri?
Tutti coloro che hanno ricordi (più o meno nitidi perché piccoli) e hanno vissuto gli anni ’90, in particolare la generazione X (1965-1980) o la generazione Y (1981-1996), soffrono generalmente di nostalgia di questo decennio. Molti di noi cadono spesso in questa trappola malinconica di quegli anni passati, forse perché anni spensierati dell’essere bambini o adolescenti. Sul web spopolano le pagine in “memoria” dei mitici anni 90, ma quel decennio che oggi ci appare come florido e spensierato è stato davvero così?
Fra i nostalgici, incluso chi scrive, ci si ricorda sempre della musica di quegli anni ed in particolare l’italo-dance che spopolò in tutta Europa e sconfinò temporalmente anche nei primi anni 2000. Molti siti e pagine Facebook ci propongono il ricordo di merendine, gelati e altri ammennicoli a prezzi che oggi ci sembrano ridicoli. Ma spesso dimentichiamo che sono passati 30 anni e che forse l’inflazione qualcosa ha cambiato.
Le pubblicità sembrano più belle e oggettivamente erano generalmente molto più “familiari” oppure, altre, oggi le definiremmo molto più “sfrontate” e meno politically correct di quanto lo sarebbero ora. Ovviamente siamo cambiati tanto così come tutta la nostra società.
Potremmo stare qui ore a parlare dei cellulari che erano solo appannaggio dei cosiddetti Yuppies (cosi venivano chiamati i giovani imprenditori di successo) e che andare in una cabina telefonica costava solo 200 lire per chiamare l’amico/a e organizzarsi e vedersi da qualche parte. Forse allora la gente era più puntuale perché altrimenti era molto più complicato rintracciarsi. Oggi, trascorsi 10 min dall’orario dell’appuntamento, si chiama subito la persona attesa al cellulare chiedendogli “dove sei?”.
Se è appurato che si tende sempre (e forse per fortuna) a ricordare solo le cose belle, i film ci possono venire in aiuto nel ricordare cosa furono realmente quegli anni. Film che furono definiti di neo-realismo. Prendiamo i film di Marco Risi: Mery per sempre e Ragazzi Fuori (film citato nella recente canzone Bam Bam Twist di Achille Lauro). Le due pellicole, che ebbero un grande successo agli albori degli anni ’90, raccontano una Italia che usciva dagli anni ’80 con il degrado delle periferie. Giovani che crescevano in realtà difficili e che finivano per diventare dei criminali.
I due film che abbiamo citato sono ambientati a Palermo e un sottile filo conduttore ci porta alla sfida Stato-Mafia che ebbe luogo nel nostro Paese è che di certo riveste un evento chiave di quegli anni. Di certo se ci sforziamo a pensare a cosa negative di quegli anni ci sovviene subito in mente quel tratto di autostrada a Capaci con le auto di Falcone e della sua scorta deflagrate, oppure il suono degli antifurti di via D’Amelio a Palermo, dopo l’attentato a Borsellino e alla sua scorta. In quel biennio 1992/1993 la mafia seminerà ancora morte con gli attentati di Firenze, Roma e Milano. Subito dopo ci sarà però la risposta della Stato con l’arresto di Totò Riina ed di altri capi clan che anch’essi diventarono soggetto di decine di film e fiction che ancora oggi popolano le nostre tv e raccontano quegli eventi.
Gli anni ’90 furono anche anni di guerra. Per quasi tutto il decennio la vicinissima ex Jugoslavia si dissolse con una striscia di sangue che in Europa non si vedeva dai tempi del secondo conflitto mondiale. Un bel film recente di Sergio Castellito, Venuto al mondo, ricostruisce qualche tragico episodio di quella guerra etnica che valse ai Balcani la definizione di macelleria. Ovviamente l’Italia, uno dei paesi più vicini, visse con grande apprensione e forse anche con troppo immobilismo, ma come lo fu tutto il resto mondo in quella nuova guerra nel cuore d’Europa. L’altro conflitto, un pò più lontano, fu quello nel Golfo Persico, dove il nostro Paese per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale entrò attivamente in un conflitto. Fu la prima guerra in diretta e in quel periodo di inizio anni ’90 tutto il mondo fu turbato, soprattutto coloro in cui affioravano ancora i ricordi della seconda guerra mondiale.
Gli inizi anni ’90 segnarono anche la cosiddetta fine della prima Repubblica. Una serie di inchieste giudiziarie a Milano, chiamate giornalisticamente come “Mani pulite” o “tangentopoli”, crearono un terremoto nel sistema amministrativo ed economico del Paese che furono una vera e propria rivoluzione. Furono scoperte decine di cattive pratiche come corruzione, concussione e tante altre azioni illegali all’interno della pubblica amministrazione. Politica, appalti e grandi imprese erano spesso fortemente legate dal malaffare. Di avvisi di garanzia e di arresti se ne contarono a decine. Sparirono così diversi partiti storici, travolti dagli scandali, e ne nacquero di nuovi segnando la nascita della cosiddetta seconda Repubblica con un drastico cambiamento di normativa e ruoli della PA.
Un altro film del periodo che possiamo citare è Teste Rasate diretto da Claudio Fragasso. La pellicola racconta il fenomeno dei Naziskin della Capitale in un film che fu proiettato solo in alcune sale minori di Roma, ma che ebbe poi un enorme successo nazionale con l’uscita della videocassetta. In quegli anni il fenomeno dei neonazisti ebbe una recrudescenza violenta. Il film racconta bene il fenomeno e vedendolo, in certe scene, si ritrovano dinamiche non molto diverse che quelle che viviamo ancora oggi. Guardare per credere. Diciamo che queste riacutizzazioni di un passato ancora più lontano “nostalgico”, sono state un sempre verde quasi ogni decennio. In queste contesto ci possiamo anche legare l’esplosione delle tossicodipendenze, non solo appannaggio dei gruppi violenti, così come la diffusione dell’AIDS.
Gli anni ’90 iniziarono però con un evento unico e corale che in qualche modo cambiò strutturalmente il Paese. I mondiali di Calcio di Italia ’90. Grandi investimenti per un grande evento che portò l’Italia sugli schermi di tutto il mondo. Un evento, nel bene e nel male, concatenato un po’ a tutto quello successo in quell’inizio del decennio e che si portava dietro l’eredità degli anni ’80. E a proposito di calcio un altro film cosiddetto neo-realista è Ultrà diretto da Ricky Tognazzi e girato proprio nell’estate dei mondiali. La pellicola racconta il calcio violento, la tifoseria criminale che ha macchiato di sangue sia gli anni 80 che gli anni 90. Come non ricordare le vittime del tifo di quel decennio fra cui Salvatore Moschella, Vincenzo Spagnulo oppure le vittime dell’incendio della stazione di Salerno ad opera degli ultras stessi? Le violenze negli stadi sono proseguite negli anni successivi e possiamo dire che per fortuna un pò il fenomeno si è attenuato, anche a seguito di una normativa più rigida in tema tifoserie.
Un altro evento che sconvolse l’Italia fu l’assassinio di Nicholas Green (7 anni) nel 1994. Una famiglia americana era in viaggio per andare in vacanza in Sicilia. Mentre stavano transitando sulla autostrada Salerno-Reggio Calabria, all’altezza dello svincolo di Serre (VV), la loro auto fu scambiata per quella di un facoltoso gioielliere e i rapinatori spararono dei colpi di pistola colpendo il bimbo che stava dormendo nei sedili posteriori. A nulla valsero i soccorsi e dopo qualche giorno il bambino morì. I genitori, Reginald e Margaret, autorizzarono l’espianto degli organi che ridiedero la vita a sette italiani. La cosa sconvolse positivamente l’opinione pubblica e fu la spinta a far si che anche in Italia si parlasse di donazione di organi. Il presidente della Repubblica, Scalfaro, assegnò ai genitori di Nicholas la medaglia d’oro al merito civile per il grande gesto compiuto. Negli anni successivi furono decine le vie, le piazze e gli edifici dedicati a Nicholas.
Questo evento vogliamo un po’ contestualizzarlo e immaginarlo come una sorta di chiave di svolta di quel decennio. L’inizio degli anni ’90 è stato sicuramente una continuazione degli anni ’80, quegli anni ’80 che Raf nella sua canzone “cosa resterà….”, chiamava violenti. Mentre la seconda parte degli anni ’90 sembra più essere stata una sorta di lustro catartico e cerniera verso gli anni 2000.
Quel gesto della famiglia Green può essere visto quasi come il riscatto di tutto quel decennio, che se andiamo a vederlo in dettaglio, non fu in realtà un decennio da essere sempre e solo celebrato. Forse vorremmo noi celebrare la nostra gioventù e quello è legittimo, ma il contesto fu molto teso a livello sociale e possiamo dire che molte di quelle piaghe si conclusero o attenuarono proprio con quel decennio cerniera. Dunque cosa resterà degli anni ’90? Qualcosa di buono di sicuro.