Published On: Dom, Lug 18th, 2021

Inondazioni in Europa: quant’è responsabile il cambiamento climatico?

Proprio quando l’Unione Europea era in procinto di annunciare una serie di piani per contenere il cambiamento climatico, parte dell’Europa occidentale è stata interessata da una tempesta senza precedenti che ha lasciato dietro di sé morte e distruzione. Ed è così che lussureggianti colline hanno visto violente precipitazioni con conseguenti inondazioni e un tragico bilancio che si aggrava di ora in ora.

Ormai da tempo gli scienziati del clima affermano che il legame tra condizioni meteorologiche estreme e riscaldamento globale è inequivocabile e che l’urgenza di misure di contenimento dell’immissione antropica di biossido di carbonio sia ormai inevitabile.

E’ stata questa la causa delle recenti alluvioni in Germania e nei Paesi Bassi?

La scienza non ha certezze sui legami tra precipitazioni e cambiamento climatico in merito ad un singolo evento (si fa sempre riferimento a non confondere la meteorologia con la climatologia), ma è ormai chiaro come l’energia in gioco dovuta ad un pianeta più caldo aggravi i fenomeni estremi e la loro frequenza.

Stefan Rahmstorf, professore di fisica oceanica presso l’Università di Potsdam, riferendosi ai recenti record di calore stabiliti negli Stati Uniti e in Canada, ha affermato che “alcuni sono così estremi che sarebbero praticamente impossibili senza il riscaldamento globale“.

Alluvione in Germania – Credit: Ap

Mentre l’Europa si riscalda e con la Scandinavia sotto un’insolita ondata di caldo, è in atto un indebolimento del corso tortuoso della corrente a getto, che talvolta si verifica per giorni. Il fenomeno, già visto sul Canada (dove ha contribuito alla cupola di calore con i conseguenti record di caldo in quelle aree), è tra le cause delle forti piogge dell’Europa occidentale.

Inoltre, un aumento di temperatura globale di 1°C, che è all’incirca quello rilevato dall’era pre-industriale, permette all’aria di assorbire il 7% in più di umidità, trattenendola più a lungo. Ciò comporta periodi di siccità da una parte, ma aggrava le precipitazioni quando essa viene rilasciata.

TEMPORALI SEMPRE PIU’ LENTI ED INTENSI

Secondo uno studio della Newcastle University e del Met Office, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, il cambiamento climatico causerà temporali sempre più lenti ed intensi. Nel dettaglio, il team dello studio ha dichiarato che questi tipi di tempeste saranno 14 volte più frequenti sulla terraferma entro la fine del secolo.

Una traslazione più lenta comporta accumuli più elevati, con rischio elevato di inondazione e con impatti devastanti sulle infrastrutture costruite sulla base di medie storiche diverse.

I risultati sono giunti grazie ai recenti progressi in ambito tecnologico, i quali permettono simulazioni climatiche più dettagliate ed una migliore simulazione delle tempeste. Si tratta di uno dei primi studi atto ad esplorare i cambiamenti nella velocità di tali sistemi.

Secondo il professor Hayley Fowler, della School of Engineering dell’Università di Newcastle, “i governi di tutto il mondo sono stati troppo lenti nel ridurre le emissioni di gas serra e il riscaldamento globale continua a ritmo sostenuto“. La necessità di produrre sistemi d’allarme, irrobustire le infrastrutture e una migliore gestione delle emergenze è fondamentale per affrontare il clima che verrà. Ma ad oggi restano soltanto parole.

L’evento in Germania sarebbe, secondo questi studi, una sorta di campanello d’allarme di ciò che potrebbe attenderci in un futuro non troppo lontano. Attualmente, i temporali intensi quasi stazionari sono rari in Europa e si verificano raramente su parti del Mar Mediterraneo.

Gli studi, però, suggeriscono che questo scenario potrebbe divenire sempre più frequente, e senza piani efficaci tali fenomeni andrebbero a mietere sempre più vittime in quelle aree che risulteranno impreparate.

Gli eventi attuali ci danno un suggerimento per il futuro.

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.