Rivelate per la prima volta microplastiche nella placenta umana
Le microplastiche (MP) sono particelle grandi più o meno 5 millimetri e derivano da oggetti di plastica in decomposizione che si trovano nell’ambiente. Siamo abituati a considerare che le microplastiche siano presenti ormai dappertutto, mari, fiumi, alimenti, cosmetici ecc ecc. Ad oggi pero’ non vi erano ancora studi pubblicati, che parlassero di microplastiche, placenta e sviluppo fetale. In questo articolo scopriamo insieme uno studio che purtroppo mette in evidenza come il nostro corpo e quello dei futuri nascituri siano esposti alle microplastiche ed all’inquinamento, non senza conseguenze.
Nell’ultimo secolo, la produzione globale di plastica ha raggiunto i 320 milioni di tonnellate all’anno, di cui il 40% viene prodotto come plastica usa e getta. Se non correttamente riciclata la plastica rilasciata nell’ambiente impiega molti anni a decomporsi. La lenta degradazione delle plastiche è promossa dagli agenti atmosferici in combinazione con l’azione dai batteri. Tutto questo produce piccolissimi frammenti di plastica chiamati microplastiche (grandezza non superiore ai 5mm). Ad oggi possiamo trovare tracce di microplastiche praticamente ovunque: animali marini, sale utilizzato in cucina, acqua e recentemente sono state trovate microplastiche anche nell’intestino umano.
Un studio condotto nel 2020 (Ragusa et al.), ha evidenziato per la prima volta la presenza di microparticelle nella placenta umana. La placenta è un organo molto importante perché permette di regolare finemente la comunicazione tra madre e feto e tra feto ed ambiente esterno, tramite l’attivazione di diversi meccanismi. La presenza di microplastiche però può influenzare negativamente la risposta immunitaria del bambino con una serie di importanti conseguenze per lo sviluppo del bambino.
Nello studio viene messo in evidenza che le microplastiche sono state trovate anche nella zona a contatto col feto, indicando che, uno volta in circolo, le MP possono localizzarsi ovunque nel nostro corpo. Ulteriori studi sono necessari per chiarire come le microplastiche che raggiungono il feto tramite la madre possano andare ad intaccare i meccanismi che promuovono un sano sviluppo fetale. Attendiamo dunque sviluppi.