Pioggia sulla calotta glaciale della Groenlandia: un evento senza precedenti
A poco meno di un mese dalla pubblicazione del nuovo rapporto IPCC, il punto più elevato della calotta glaciale groenlandese (3216 metri s.l.m.) ha visto, per la prima volta dal 1950, precipitazioni sotto forma di pioggia. Secondo il National Snow and Ice Date Center le temperature sono rimaste sopra lo zero per più di 9 ore; un evento sempre più frequente che si è verificato ben tre volte dal 2012.
Lunga circa 1,71 milioni di chilometri quadrati, la calotta glaciale della Groenlandia riveste un ruolo fondamentale per l’innalzamento del livello del mare. Il suo completo scioglimento comporterebbe, infatti, un innalzamento degli oceani di 7,2 metri.
UN EVENTO SENZA PRECEDENTI
La Summit Station della National Science Foundation si trova nel punto più alto della calotta glaciale, dove gli scienziati possono osservare il clima artico e i cambiamenti nel ghiaccio. E’ aperta tutto l’anno ed è stata inaugurata nel 1989. Si trova a 72° di latitudine Nord e negli ultimi 10 anni è stata testimone di eventi meteorologici estremi.
L’intrusione di aria più mite ha alimentato un evento di pioggia estrema che ha scaricato 7 miliardi di tonnellate di acqua sulla calotta glaciale, contribuendo alla perdita di una massa di ghiaccio 7 volte superiore alla media del periodo.
Nel mese di Luglio ha subito uno degli eventi di scioglimento più significativi dell’ultimo decennio, perdendo più di 8,5 miliardi di tonnellate di massa superficiale in un solo giorno, abbastanza per sommergere la Florida in due pollici d’acqua. Solo nel 2019 la calotta ha riversato in mare 586 miliardi di tonnellate di ghiaccio grazie ad una primavera insolitamente calda, contribuendo ad aumentare il livello marino di ulteriori 1,5 mm.
Grazie alle carote prelevate nel ghiaccio, gli scienziati sono a conoscenza che tali eventi non si verificavano da millenni; e il trend verso un costante riscaldamento, purtroppo, sembra essere ben delineato.
IL FUTURO
Ora, la pioggia caduta nella giornata di Sabato, secondo Jennifer Mercer, responsabile del programma per l’Office of Polar Programs presso la National Science Foundation, avrà un effetto duraturo sulle proprietà della neve, lasciando dietro di sé una crosta di ghiaccio che assorbirà più energia dal sole, finché non verrà seppellita dalla neve.
Una sorta di barriera che impedirà il drenaggio verso il basso dell’acqua di fusione, la quale inonderà la superficie della calotta glaciale e inizierà a defluire ad altitudini più elevate.
A causa dello strato di ghiaccio, l’evento piovoso del fine settimana “sarà visibile nei record delle carote di ghiaccio in futuro“, ha concluso Mercer.