Published On: Ven, Ott 29th, 2021

Ripercorriamo la commovente storia del Milite Ignoto nel centenario. Ma chi è e cosa rappresenta?

E’ passato da pochi anni il centenario della conclusione del primo conflitto mondiale. Molti sono stati i ricordi di una delle guerra che più devastò l’Europa generando globalmente oltre 15 milioni di morti. Anche l’Italia pagò un prezzo carissimo in questo conflitto e caddero un milione e duecentomila nostri connazionali, di cui circa metà militari e l’altra metà civili. Questi numeri equivalgono a circa il 3,4 % della popolazione di allora (35,6 milioni). Un dato molto elevato che da la misura della carneficina. Pensate che ci furono paesi come la Serbia che ebbero addirittura il 20% della popolazione decimata. 

Salme di soldati ignoti (Credit Esercito – Archivio Storico)

Sul fronte italiano, che ha visto fronteggiare il regio esercito contro l’impero austro-ungarico in particolare nel Nord-Est, le trincee sono state teatro di tragedie e di sofferenze inumane e i soldati hanno patito le pene dell’inferno a causa dei lunghi e freddi inverni e degli avanzamenti di fronte che a volte erano di pochissimi metri in combattimenti di mesi.

Tanti soldati non tornarono più a casa e molti corpi non furono mai più ritrovati o rimasero ignoti. Così nel 1921 lo Stato Italiano decise di dedicare un momento al Milite Ignoto che rappresentasse gli oltre 600.000 soldati caduti. Fu così scelto di seppellire un soldato rimasto non identificato e di tumularlo all’interno del Vittoriano (o Altare della Patria) a Roma. Il monumento dedicato a Vittorio Emanuele II, situato a Piazza Venezia, era stato inaugurato 10 anni prima in occasione del 50° anniversario dell’Unità d’Italia. 

Localizzazione delle 11 zone da cui provenivano le salme (Credit Wiki Commons)

Con che criterio si scelse dunque il Milite Ignoto? La scelta avvenne con un processo molto solenne e simbolico. Furono inizialmente individuate 11 zone di combattimento del teatro di guerra e fra queste: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele e il tratto da Castagnevizza fino al mare.

Per ognuna di queste zona fu scelta da una commissione una salma fra i soldati deceduti e rimasti non identificati. Successivamente le 11 bare furono portate prima a Gorizia e poi nella Basilica di Aquileia. Qui con una cerimonia solenne, il 28 ottobre 1921, fu individuato la salma che sarebbe andata a Roma al Vittoriano. Il compito di scegliere il Milite Ignoto fu dato

La signora Maria Blasizza in Bergamas il giorno della scelta del Milite Ignoto (Credit Esercito – Archivio Storico)

a Maria Blasizza in Bargamas. La donna, originaria di Gradisca di Isonzo, aveva perso al fronte, nel 1916, il figlio Antonio Bargamas. A quel tempo quei luoghi della famiglia Bargamas , la Venezia Giulia, erano ancora sotto l’impero austro-ungarico. Antonio che dunque era stato arruolato nell’esercito austriaco disertò per arruolarsi sotto falso nome nell’esercito italiano (questa era la prassi secondo regolamento dell’esercito per accogliere gli irredentisti). Durante la guerra aveva anche ricevuto una medaglia al valore e la sua storia, dunque, fu ancora più densa di significato. 

Il momento della scelta fu molto commovente e per non indurre la donna a scegliere una bara piuttosto che un’altra gli undici feretri erano esattamente identici senza l’indicazione del luogo del recupero della salma. La donna così, secondo le testimonianze dell’epoca, dopo un po’ di esitazione scelse la decima bara inginocchiandosi davanti ad essa e pronunciando il nome del figlio. Così le 10 salme rimaste furono inumate ad Aquileia vicino alla Basilica e quella prescelta partì per Roma.

Il viaggio da Aquileia a Roma fu un evento corale. Il treno partì lentamente per la Capitale e si fermava ad ogni stazione per cinque minuti. In migliaia accorsero lungo i binari e nelle stazioni per veder transitare in religioso silenzio il simbolo di quella immane tragedia che aveva sconvolto praticamente tutte le famiglie d’Italia. 

Finalmente la salma giunse il 4 novembre a Roma e venne inumata nel Vittoriano con pietra di granito estratta dal Monte Grappa. Alle celebrazione di questa sepoltura parteciparono circa 1 milione di persone che per la popolazione di allora erano numeri oceanici. Il momento toccò profondamente tutto il Paese, che era un paese uscito con le ossa rotte, seppur vittorioso da quel conflitto. Questo malessere fu poi anche la presa coscienza della cosiddetta vittoria mutilata, dove si riteneva che l’Italia non si sentiva sufficientemente ripagata dallo sforzo profuso nel conflitto, ma questo malcontento, cavalcato dalla propaganda,  fu anche l’innesco di ben altre tragedie che portarono diritti alla seconda guerra mondiale. 

Oggi il Milite Ignoto è piantonato continuamente da due militari che si alternano fra i vari corpi delle forze armate italiane e da una fiaccola perennemente accesa. La sig.ra Maria, madre di Antonio Bergamas, riposa invece vicino alla Basilica di Aquileia accanto alle 10 bare degli altri soldati ignoti. Storie lontane queste, ma che meritano di essere raccontate, perchè in qualche modo ci arrivano fino ad oggi. 

 

Fonti Consultate: Esercito, Beni Culturali, Wiki Commons

 

About the Author

- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45