Cambiamenti Climatici: Aspettando COP26
Con una marcia di avvicinamento durata quasi un anno, dal “Climate Ambition summit” del dicembre 2020 passando per la Pre-COP di Milano di qualche settimana fa; in un contesto ancora molto difficile dovuto alla pandemia, da domani 31 ottobre e fino al 12 novembre si svolgerà a Glasgow il COP26 (posticipata di un anno). Ma cosa è la COP26? E’ la 26° conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
Il “clima” non è dei migliori, si potrebbe dire con un facile gioco di parole, davvero sembra assurdo che le nazioni più interessate alla questione in termini di impatto, possano essere presenti solo con delegazioni ridotte, oppure non abbiano pianificato il viaggio. Si pensi a Palau, Kiribati, o alle isole Figi. Stati che subiranno, ed anzi stanno già subendo, sulla loro pelle il cambiamento climatico, che non potranno materialmente affrontare il viaggio, costretti a quarantene che, soprattutto al ritorno, si devono svolgere in doppio shift, ed in pratica impediscono la partecipazione a meno di sacrifici enormi in termini economici e libertà personali. D’altronde l’Area Pacifica è stata colpita pochissimo dalla pandemia, se si eccettua l’Australia Occidentale, ed il motivo è senz’latro da ascrivere ad un’oculata gestione dei confini e ad un blocco ad oltranza del turismo, elemento che riverbera certamente sulle economie di Paesi piccoli e con economie produttive poco sviluppate.
Di cosa tratterà questo COP? Questa ventiseiesima edizione vede l’importante partnership italiana con la Gran Bretagna e segue di ben sei anni la COP21 di Parigi. L’obiettivo di Parigi fu limitare ad 1,5 gradi Celsius l’aumento della temperatura terrestre. Gli obiettivi della COP26 sono:
- Arrivare al bilancio neutro di CO2 per il 2050 mantenendo l’aumento di temperatura entro 1,5 °C
- Adattarsi al cambiamento al fine di proteggere gli habitat naturali
- Promuovere la mobilizzazione di grandi risorse finanziare per perseguire gli obiettivi
- Lavorare assieme per raggiungere questi ambiziosi obiettivi
Resistenze, lobbying, barriere culturali e retaggi, ma anche intere economie fondate su petrolio e consumi energetici crescenti devono piegarsi a questi obiettivi, e lo devono fare in fretta. Spiace constatare che ci siano stati, nelle ultime settimane, dei tentativi di manipolare o leggere i dati di trend in maniera meno drastica ed urgente. L’obiettivo deve essere comune e deve partire dal riconoscimento senza se e senza ma del problema, e da scenari che rendano sostenibili le nostre attività umane ed economiche nei prossimi decenni. La fame gargantuesca della Cina, le economie ancora troppo centrate sul petrolio dei Paesi mediorientali e degli Stati Uniti, l’avvento di nuove commodity e di sfruttamenti ancora più intensi di terre rare e minerali semipreziosi devono essere affrontati con un cambio di passo. Non sarà facile.
Seguiremo con interesse vigile questo summit, cercando di tenervi informati e di fornirvi delle chiavi di lettura di quanto verrà deciso. Siamo consapevoli che è in gioco il futuro di intere generazioni e che dobbiamo metterci in discussione su molti dei nostri comportamenti, scegliere come “consumare” e sensibilizzare, anche dal basso, produttori e governi. Occhi aperti verso il futuro, la COP26 ne disegnerà una parte.
Per approfondire, il sito ufficiale in lingua italiana.