COP26 – Avanti piano
Fatti, propositi, impressioni e prese di posizione. Come sta andando questo COP? Dal punto di vista mediatico sicuramente bene, dal punto di vista contenutistico direi anche, con relazioni di grandissimo livello dell’IPCC. Per le decisioni, mi pare, stiamo ancora latitando. Ricordo che, per un minimo successo dell’iniziativa, si dovrebbe cambiare passo su rinnovabili e decarbonizzazione, ma alcune azioni andrebbero prese immediatamente, in particolare:
- un piano comune per ridurre drasticamente le emissioni di metano
- un accordo su una effettiva riduzione della deforestazione
- un’uscita immediata dall’utilizzo del carbone
Vorrei soffermarmi ancora sull’esempio di Antigua e Barbuda: direte, sei forte con i deboli mentre non fai parola sull’assenza della Cina rispetto a questi negoziati. Forse è vero, però un colosso come la Cina va rintuzzato non tanto con la moral suasion, quanto operando azioni mirate di isolazionismo economico (difficilissimo da attuare) che può partire anche da noi quando acquistiamo, e può continuare nell’esempio di molti stati industrializzati, dove questi propongano modelli produttivi più equi e consumi più consapevoli. Detto questo, dopo l’uscita sul turismo che non ha fatto parola contro l’inquinamento delle navi da crociera, ho controllato sul sito della multiutility di Antigua e Barbuda. Lo Stato caraibico ha circa 100.000 abitanti ed è costituito da due isole maggiori, una un poco più grande ed una un poco più piccola dell’isola d’Elba, per capirci. La produzione di energia è assicurata da motori marini Wartsila convertiti alla produzione di energia elettrica per circa 80 MW. Conosco l’azienda finlandese, che è all’avanguardia per ricerca ed è impegnata nella transizione energetica.
Però questi motori funzionano presumibilmente ad heavy fuel e non c’è traccia sul sito della multiutility di produzione da fonti rinnovabili, tranne un generico link che rimanda ad iniziative per installare pannelli fotovoltaici ad uso domestico, su iniziativa individuale. Per chi ha paura di finire sott’acqua è troppo poco! Verrebbe da far riferimento a più incisive azioni del Paese in questione nel campo dei regimi fiscali stile “paradiso”, ma si andrebbe troppo fuori tema. Ho controllato altresì sui siti istituzionali di Niue e di Tuvalu e le informazioni sono piuttosto datate, ma per entrambi i Paesi esiste almeno un piano energetico e degli obiettivi in questo senso. Più in generale la transizione energetica per isole di medie e piccole dimensioni è un argomento interessantissimo e sfidante per gli ingegneri energetici ed i pianificatori, che meriterebbe di essere affrontato in maniera sistemica.
L’intervento di Greta, fatto ieri in modo informale, mi è piaciuto solo in parte. Le cose che dice Greta sono giuste, ma si scontrano di fatto con l’utopia: non possiamo illuderci che il capitalismo snaturi completamente sé stesso; è un fenomeno sociale che non è ancora abbastanza spaventato per farlo. Il COP26 non sarà un evento che cambierà drasticamente il nostro stile di vita, né tantomeno deciderà di scalfire il nostro benessere. L’obiettivo ragionevole dovrebbe essere quello di implementare immediatamente le tecnologie disponibili con un obiettivo comune, chiaro e virtuoso e con alcuni punti fissi, in particolari i tre che ho elencato in precedenza, su cui non è possibile transigere. L’innovazione seguirà nuovi settori economici, dobbiamo crederci a tutti i livelli, istituzionale, imprenditoriale, civico: “just the will to make it happen”.