Le migrazioni
Nel considerare la dinamica di una popolazione, oltre al movimento naturale bisogna prendere in considerazione anche le migrazioni.
Migrare vuol dire abbandonare un territorio per trasferirsi in un altro col proposito di insediarsi stabilmente. Se colui che migra attraversa una frontiera, effettua una migrazione internazionale; se, invece, resta all’interno del territorio nazionale, si parla di migrazione interna.
LE CAUSE E LE CONSEGUENZE
Le cause delle migrazioni sono state e sono tuttora diverse: le persecuzioni politiche, religiose o razziali, le crisi economiche, l’attrazione esercitata da Paesi nuovi nella speranza di un arricchimento, e come stiamo assistendo in questo periodo, alle guerre. Ognuna di queste cause ha indotto, nella storia, molti uomini ad abbandonare la terra di origine.
Le migrazioni interne sono causate dal diverso sviluppo economico esistente tra le varie zone di uno stesso Stato. Il miraggio di un benessere economico induce la popolazione a trasferirsi nelle zone industriali, abbandonando la propria casa, i propri affetti e la propria cultura; ad abbandonare la campagna e trasferirsi in città (esodo rurale).
In molti casi questi camiamenti di residenza si accompagnano, infatti, ad un cambiamento dell’attività professionale, soprattutto ad un passaggio dall’agricoltura all’industria e al settore terziario. Questi ingenti spostamenti di popolazione all’interno di uno Stato provocano non pochi problemi ed hanno spesso gravi conseguenze. Non è sempre pacifico, infatti, l’inserimento degli immigrati nel nuovo ambiente sociale e culturale.
Spesso quando l’emigrazione di un determinato gruppo etnico in un nuovo Stato è massiccia, si verifica la tendenza all’aggregazione di gruppi in cui sono mantenute la lingua e le tradizioni culturali; ciò porta all’inevitabile segregazione nei confronti della popolazione indigena. L’inserimento nella nuova società è quindi sempre un processo graduale, che tende a completarsi solo col passare delle generazioni.
Il popolo italiano è stato interessato da un’intensa emigrazione verso l’estero che, tra il 1876 e il 1971, ha interessato quasi 27 milioni di italiani. Nonostante l’emigrazione, la popolazione italiana dal 1861 è andata aumentando incessantemente.