Anche la scienza vittima della guerra in Ucraina
L’invasione russa in Ucraina ha messo fine ad una collaborazione scientifica decennale con l’Occidente. In risposta alle sanzioni e all’indignazione morale per la guerra di Mosca, gli istituti scientifici di tutto il mondo hanno rapidamente interrotto i legami con la Russia, tra cui l’ESA, il CERN e il MIT.
La collaborazione scientifica internazionale che aveva a lungo simboleggiato l’unione del mondo all’indomani della Guerra Fredda, in particolare nello spazio, ha dovuto improvvisamente essere scartata, rimandando molti progetti al tavolo da disegno.
UNA DECISIONE “ANGOSCIANTE”
Quando il direttore generale dell’Agenzia spaziale europea Josef Aschbacher ha annunciato la fine della cooperazione con la Russia, l’ha definita una “decisione angosciante“.
La stessa ha comportato un lungo rinvio per la missione ExoMars, con la quale si era pianificato di utilizzare un razzo russo per spedire un rover europeo su Marte entro la fine dell’anno.
In effetti l’Esa avrà la necessità di chiedere aiuto alla Nasa e la missione non ripartirà prima del 2026.
È stato un duro colpo per le migliaia di scienziati in Europa e Russia che avevano lavorato al progetto per anni, ed è arrivato dopo che ExoMars era già stato posticipato di due anni a causa della pandemia di Covid-19.
LA SCIENZA VITTIMA DELLA GUERRA
Molti studenti russi sono fuggiti dal loro paese a causa delle minacce di arresto ricevute dopo aver manifestato contro la guerra. Tale scenario ha obbligato a sospendere molteplici progetti, tra cui quello di un centro di ricerca per creare “un modello transfrontaliero unico nel campo delle neuroscienze“, in cui gli studenti potevano viaggiare in diversi laboratori in tutta Europa. Anche perché i dottorandi non possono più percepire compensi a causa delle sanzioni finanziarie.
Quasi 8.000 scienziati e accademici russi hanno firmato una lettera aperta all’inizio di questo mese in cui condannano la guerra, dopo che il Congresso internazionale dei matematici che si sarebbe dovuto tenere a San Pietroburgo a luglio è stato annullato.
La Russia negli ultimi anni ha rafforzato la sua reputazione come centro leader della matematica, ma quel 24 Febbraio ha cancellato anni di sacrifici.
VISIONI CONTRASTANTI
L’influente Accademia delle scienze russa ha “chiesto la cessazione delle ostilità e ha esortato i ricercatori stranieri a evitare un’interruzione delle relazioni scientifiche“.
Dello stesso parere i professori di rinomate università statunitensi, tra cui Harvard e Cambridge, i quali hanno invitato “le comunità della scienza e della tecnologia a non evitare gli scienziati russi per le azioni di Putin“.
Pur condannando la “guerra brutale” della Russia, i professori hanno affermato in una lettera aperta pubblicata giovedì sulla rivista Science, che la chiusura di tutte le interazioni con gli scienziati russi “sarebbe una grave battuta d’arresto per una varietà di interessi e valori occidentali e globali“.
Ma per molti scienziati ucraini precipitati in guerra, il mondo che interrompe la collaborazione alla ricerca con la Russia è essenziale.
Maksym Strikha, un fisico dell’Università Nazionale Taras Shevchenko di Kiev, ha detto a Nature all’inizio di questo mese che “ci dovrebbe essere un boicottaggio completo della comunità accademica russa. Nessuna cooperazione“.