Published On: Ven, Giu 10th, 2022

Il telescopio spaziale James Webb è stato colpito da un “micrometeoroide”

Uno specchio del James Webb Space Telescope è stato colpito da un micrometeoroide, senza alcun danno.

Dopo le valutazioni iniziali, il team ha scoperto che il telescopio sta ancora funzionando a un livello che supera tutti i requisiti della missione, nonostante un effetto marginalmente rilevabile nei dati“, ha affermato l’agenzia spaziale statunitense.

Le prestazioni all’inizio della vita di Webb sono ancora ben al di sopra delle aspettative e l’osservatorio è pienamente in grado di eseguire la scienza per cui è stato progettato“, ha aggiunto.

Il telescopio, che dovrebbe costare alla NASA quasi 10 miliardi di dollari, è tra le piattaforme scientifiche più costose mai costruite, paragonabile al suo predecessore Hubble e al Large Hadron Collider del CERN.

Credit: NASA / Chris Gunn

La missione di Webb include lo studio di pianeti lontani, noti come esopianeti, per determinarne l’origine, l’evoluzione e l’abitabilità, e si prevede che produrrà “immagini spettacolari” del cosmo a metà luglio.

La NASA ha affermato che gli attacchi di micrometeoroidi (corpi delle dimensioni di granelli di sabbia o meno) sono “un aspetto inevitabile del funzionamento di qualsiasi veicolo spaziale” ed “erano previsti durante la costruzione e il test dello specchio“. In effetti lo strumento è stato colpito già 4 volte dal lancio, da micrometeoroidi con dimensioni coerenti alle aspettative. Tuttavia, l’impatto recente è stato maggiore di quanto fosse stato modellato e al di là di ciò che il team avrebbe potuto testare sul campo.

Il piccolo impatto non è derivato da una pioggia di meteoroidi, ma da un evento casuale. L’agenzia spaziale ha infatti affermato che l’ottica di Webb sarà protetta dai noti sciami di meteore grazie al lavoro delle squadre di volo.

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- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.