Babilonia, la più splendida città del mondo antico
Nel V secolo a.C., lo storico greco Erodoto descrisse la Babilonia di Nabucodonosor come la capitale “che sorpassava in splendore ogni città del mondo conosciuto“. Ancora oggi le sue imponenti mura di mattoni di fango, per quanto crollate, incutono un sentimento di ammirazione.
All’inizio di questo secolo, un archeologo tedesco, Robert Koldewey, eseguì una serie di scavi e scoprì che le sue mura, spesse quasi 4 metri alla base, tracciavano un cerchio lungo 17 Km. La città era divisa in tre distretti, e vicino al centro si innalzava il palazzo principale di Nabucodonosor, in prossimità di una via sacra e riservata alle processioni.
I Babilonesi non avevano pietra, ma usavano mattonelle smaltate per rivestire i muri di mattoni di fango, e con questo stesso materiale gli artisti babilonesi crearono motivi scolpiti di rara forma e bellezza.
“Io ho costruito ben solide le fondamenta del nuovo palazzo e l’ho fatto alto quanto una montagna con bitume e mattoni cotti. Cedri immensi ho fatto abbattere perché fungessero da tetto; battenti di cedro montati in bronzo, soglie e cardini di bronzo ho messo alle sue porte. Argento, oro, pietre preziose, tutto quanto è costoso e glorioso, ricchezza e beni, ornamenti della mia grandezza ho posto dentro di esso, e un’immensa abbondanza di tesori regali vi ho accumulato”
I GIARDINI PENSILI
Durante il regno di Nabucodonosor furono anche costruiti i “giardini pensili” di Babilonia, considerati dai greci una elle sette Meraviglie del mondo. Tracce di questi giardini sono state trovate vicino al palazzo sotto forma di una massiccia struttura portante, ad archi, con spessi strati di terra sul tetto. All’interno di camere al di sotto di questa struttura c’erano tre pozzi a cui forse si collegavano le pompe per far giungere l’acqua ai giardini soprastanti. Questi ultimi erano probabilmente su una immensa piramide a scalini, sulle cui sporgenze, coperte di terra, erano piantati fiori e alberi.
I BABILONESI
I Babilonesi erano viaggiatori e commercianti. Le loro navi, manovrate da marinai fenici, raggiungevano il Golfo Persico scendendo lungo l’Eufrate, e ritornavano cariche di prodotti dell’Arabia e dell’India. Le loro piste carovaniere penetravano a nord nell’Asia Minore, a Ovest in Siria e a est in Iran. Esportavano lana, tessuti e orzo. Migliaia di fatture, polizze di carico e accordi commerciali sono state trovate sulle tavolette cuneiformi. I minerali erano importati dall’Armenia su zattere, montate su otri gonfi d’aria, che scendevano lungo il fiume.
I Babilonesi studiavano anche i cieli, disegnavano mappe celesti, osservavano i movimenti dei pianeti, ai quali diedero dei nomi, e tentarono di predire le eclissi di Sole e di Luna. La caduta di Babilonia, nel 539 a.C., dovuta ad un attacco di Medi e Persiani, è vividamente evocata dal profeta Daniele quando descrive il grande festino indetto da Baldassarre, re babilonese ultimo della sua dinastia, secondo la Bibbia.
DOPO IL BANCHETTO
L’ordine di Baldassarre voleva esprimere il disprezzo del re per gli Ebrei, che Nabucodonosor aveva condotto in cattività a Babilonia. Però, mentre si stava svolgendo questa splendida festa nel palazzo del re, fuori, nell’oscurità, l’esercito del re persiano Ciro era riuscito a trovare un varco incustodito nelle difese apparentemente insormontabili della città. L’Eufrate attraversava Babilonia, ma era troppo profondo per essere guadato. Erodoto racconta che Ciro ordinò ai suoi uomini di scavare canali, in modo che il fiume fosse deviato in una palude e, così, le sue truppe poterono entrare nella città procedendo lungo il letto prosciugato del fiume.
SECOLI DI SACCHEGGIO
I Persiani non distrussero Babilonia, ma la conservarono come parte del loro impero che si ingrandiva sempre di più. Ancora un secolo dopo, Alessandro Magno progettava di far rivivere la città, trasformandola in un gioiello tra i suoi domini orientali, ma dopo la sua morte e la divisione dell’impero che aveva creato, esa decadde. I suoi abitanti l’abbandonarono, e tutto quello che sopravvive oggi di Babilonia sono le rovine rimaste dopo 2000 anni di saccheggio o di abbandono. Anche così mutilati, i suoi resti si levano come l’imponente testimonianza di una delle più grandi città dell’antica Mesopotamia.