Published On: Sab, Ott 8th, 2022

1992 un anno che cambiò la storia; 30 anni dopo

Cosa resterà degli anni ’80 era il titolo della canzone di Raf che chiudeva un decennio che aveva visto l’Italia rivivere una sorta di secondo boom economico. Per contro il decennio successivo sarà invece una decade diversa che inizia praticamente subito con un 1992 che lascerà il segno per il nostro Paese e non solo. Avevamo già trattato degli anni ’90 in un articolo che parlava della nostalgia di quel periodo in particolare per i millenials. Nostalgia data dal fatto che forse molti erano bambini o adolescenti.

Torniamo però al 1992. Un anno che come dicevamo mutò per sempre il nostro Paese in un mondo che stava completamente sparendo. Il primo giorno di quell’anno la Russia uscì dall’Unione Sovietica e di fatto fu l’ultimo passaggio ufficiale della disgregazione dei due blocchi. Poteva quindi dirsi chiuso il capitolo post bellico che aveva visto il mondo dividersi in due. Si smorzarono quasi completamente le tensioni fra USA e Russia ed entrambe i paesi smisero di puntarsi armi nucleari. Purtroppo in quello che stiamo vivendo 30 anni dopo, sembra che quel capitolo non si sia mai completamente chiuso.

Guerra in Bosnia (Credit Odd Andersen)

Questo “vuoto” lasciato dal blocco sovietico rimise alla luce vecchi rancori che erano stati sopiti da governi piuttosto autoritari in alcuni paesi dell’Est Europa. E’ questo il caso della ex Jugoslavia. Nel 1992 le varie repubbliche federate continuarono a chiedere di staccarsi dalla vecchia “patria madre” ed in particolare l’indipendenza della Bosnia-Erzegovina sarà la miccia per una guerra devastante. Il 5 aprile inizierà l’assedio di Sarajevo e durerà fino al 1996 aprendo una delle più brutte pagine dell’Europa del secondo dopo guerra. Si pensava che dopo le tragedie degli anni ’40 non si sarebbero più viste certe scene nel cuore d’Europa, ma invece in ex Jugoslavia riapparirono genocidi e pulizia etnica.

Mentre l’Italia e il mondo assistevano quasi impotenti a quella macelleria balcanica, nel nostro Paese regnava una calma apparente. L’economia, frutto del benessere anni ’80, andava bene e proprio nel 1992 diventavamo la quarta potenza mondiale in termini di PIL. Questo prestigio internazionale era suggellato dall’EXPO universale a Genova. Però all’alba di un anonimo 17 febbraio si aprì una inchiesta-terremoto che scuoterà le fondamenta dal Paese. Parliamo di Mani Pulite che verrà battezzata dai giornali come l’era di Tangentopoli. Milano diventa il fulcro di queste inchieste che metteranno alle luce un Paese malato che nei decenni precedenti aveva vissuto un certo benessere, ma forse solo grazie al malaffare ed ad un enorme indebitamento. Indagini a tappeto, avvisi di garanzie, processi sono elementi quotidiani nei TG che svelano la stretta collusione fra imprenditori, grandi aziende, pubblica amministrazione e partiti.

E’ la fine della prima Repubblica e con l’apertura di questo vaso di pandora spariscono in poco tempo i partiti storici che avevano governato l’Italia dal dopoguerra a quell’anno. Dopo questo tsunami politico e sociale si conteranno oltre 2.500 persone indagate e quasi 1.500 condannati in giudizio definitivo. 

Oltre a mani pulite, la società del 1992, è quella che vede Fiorello iniziare il grande successo del Karaoke in TV ed è quella che consacra al grande pubblico gli 883 con la canzone “Hanno ucciso l’uomo ragno”. Lo stesso Max Pezzali, anni dopo, dichiarerà che quel pezzo rappresentava la purezza adolescenziale ammazzata dal mondo degli adulti. Erano proprio così gli anni ’90, anni per certi aspetti buissimi, anni in cui la mafia iniziò un attacco senza precedenti allo Stato. 

Fu esattamente il 1992 quando la “cupola siciliana” capeggiata da Totò Riini decretò la condanna a morte dei giudici Falcone e Borsellino. Il maxi-processo aveva messo alla berline le cosche ferendo la bestia mafiosa, che ebbe però una reazione furiosa. Il 23 maggio viene fatto saltare con l’esplosivo un tratto di autostrada Palermo-Trapani all’altezza di Capaci. Muoiono così Giovanni Falcone, la moglie e tre agenti della scorta. 57 giorni dopo è la volta di Paolo Borsellino. Il 19 luglio un autobomba sotto la casa della madre uccide il giudice e cinque agenti della sua scorta. Sempre in quel tragico anno cade sotto i colpi della lupara anche il deputato siciliano Salvo Lima. L’Italia è sotto attacco interno ed è sotto shock. In quell’anno si pianificheranno inoltre anche gli attentati del 1993 che avrebbero visto ulteriori bombe al cuore del Paese come a Firenze, Roma e Milano. Non si era lontani di fatto da una sorta di golpe.  

Con tangentopoli e le stragi di mafia non restava proprio più nulla di quegli anni ’80 citati da Raf e il nostro Paese iniziò una profonda trasformazione che vide l’alba proprio quell’anno. Di quel periodo così inquieto c’è stata anche, recentemente, una fortunata serie televisiva chiamata proprio “1992” che narra alcune di queste vicende. 

L’incredibile vittoria della Danimarca ad Euro ’92

Chiudiamo la carrellata, ahimè di non bei ricordi, citando qualche evento sportivo. Va menzionato ad esempio che il 1992 fu l’ultimo anno in cui i Giochi Olimpici estivi e invernali si svolsero appaiati disputandosi rispettivamente a Barcellona (SPA) e Albertville (FRA). Le edizioni successive furono poi sfasate di 2 anni. Va citata anche la clamorosa e rocambolesca vittoria nel campionato europeo di Calcio della Danimarca. La squadra era stata ripescata al posto della Jugoslavia che fu squalificata per quanto stava avvenendo nel paese balcanico.

Cosa resterà dunque 30 anni dopo del 1992? Qualcuno afferma che di fatto non sia cambiato nulla da allora e che è stata una sorta di nuova situazione gattopardesca del “bisogna che tutto cambi, affinché nulla cambi”, ma lasciamo a voi il giudizio. Di certo per molte di quelle cose avvenute in quell’anno siamo legati ad un cordone ombelicale, cordone figlio di un periodo che ha stravolto una calma apparente. Anche la stessa Europa visse una situazione analoga ritrovandosi ripiombata in un conflitto sanguinoso. Ma oggi, in questo 2022, non possiamo dire di non vivere, purtroppo, un pò la stessa inquietudine per il conflitto che sta nuovamente affliggendo l’Europa ed in particolare l’Ucraina. Eravamo convinti che dopo la guerra in Jugoslavia nulla sarebbe più successo nel nostro continente, ma ancora una volta ci sbagliavamo. Quello che forse possiamo portare a casa di positivo del 1992 fu l’esempio di quella vittoria calcistica della Danimarca che ci ha insegnato che anche cenerentola può diventare una principessa (o meglio una sirenetta) e che non bisogna mai perdere la speranza.

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- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45