Campo magnetico e terremoti: nuovi indizi di un’idea controversa
In uno studio pubblicato sull’autorevole Journal of Geophysical Research: Solid Earth, un team di ricercatori capeggiato da William Heavlin ha scoperto una debole (ma statisticamente rilevante) variazione del campo magnetico che ha preceduto i terremoti medio-grandi californiani.
Il segnale è stato rilevato circa 2-3 giorni prima dei sismi e i ricercatori ora sperano di poter perfezionare la tecnica al fine di aiutare a prevedere i terremoti.
UN’IDEA CONTROVERSA
Si tratta di un segnale modesto, che non è detto si verifichi prima di ogni terremoto, sostengono gli scienziati. Si tratta di un’idea in circolazione da un po’ di tempo, rimasta sempre controversa. Anche perché l’US Geological Survey afferma che in decenni di lavoro non ci sono prove convincenti di precursori elettromagnetici dei terremoti.
In collaborazione con il team di Google Accelerated Science, gli scienziati di QuakeFinder, hanno attinto ai dati del campo magnetico da una serie di magnetometri in 125 stazioni lungo le principali faglie della California. Hanno raccolto dati dal 2005 al 2019, periodo durante il quale si sono verificati 19 terremoti di magnitudo 4,5 o superiore.
La loro analisi multi-stazione ha tenuto conto di altri tipi di processi che potrebbero influenzare i magnetometri, ma che non hanno alcuna relazione con i terremoti. Dopo aver settato gli algoritmi, i ricercatori hanno identificato un segnale che indica i cambiamenti nel campo magnetico tra le 72 e le 24 ore prima dei terremoti.
Ora, il prossimo passo sarà quello di perfezionare ulteriormente i modelli di previsione per eliminare il rumore dovuto all’attività solare.
Il lavoro suggerisce che potrebbero esserci cambiamenti rilevabili regolari nel campo magnetico che, con ulteriori studi e isolamento, potrebbero effettivamente supportare la costruzione di un sistema di previsione in futuro.