Il Corno d’Africa vive la peggiore siccità di sempre
Secondo una dichiarazione rilasciata da 16 organizzazioni internazionali, il Corno d’Africa sta vivendo la più lunga e grave siccità mai registrata. Circa 21 milioni di persone sono alle prese con l’insicurezza alimentare, dal momento che l’assenza della quinta stagione consecutiva delle piogge ha minato la capacità di coltivare, allevare bestiame e acquistare cibo in Somalia, Kenya ed Etiopia. Più di 3 milioni di residenti passano regolarmente un giorno o più senza mangiare, costretti a vendere i propri averi per guadagnarsi un reddito per la sopravvivenza. In Somalia, la siccità ha costretto oltre 1,3 milioni di persone ad abbandonare le proprie fattorie e a migrare verso luoghi di sfollamento.
LA PEGGIORE SICCITA’ DI SEMPRE
Un record che non ha precedenti negli archivi settantennali analizzato dai ricercatori del Climate Hazards Center (CHC) e che si è verificato grazie ad un mix di fattori: dai cambiamenti climatici che hanno indotto le temperature superficiali dell’Oceano Indiano ad innalzarsi, al fenomeno de La Niña. Grazie ai dati CHIRPS (InfraRed Precipitation with Stations), si evidenziano le anomalie delle precipitazioni da Marzo a Settembre 2022 rispetto alla media 1981-2021 (Fig.1).
I ricercatori del CHC combinano i dati CHIRPS con il modello meteorologico del NOAA, il Global Ensemble Forecast System (GEFS) del National Centers for Environmental Prediction (NCEP), per fornire previsioni delle precipitazioni a 15 giorni a livello globale. Ciò ha fornito a FEWS NET e al GEOGLAM Crop Monitor un modo per ottenere una stima anticipata della siccità nell’Africa orientale fino alla fine della stagione delle piogge di ottobre-novembre-dicembre. La siccità sembra particolarmente grave nella Somalia meridionale e nel Kenya orientale, dove i deficit di precipitazioni si attestano da 50 a 200 millimetri inferiori alla media, ovvero solo dal 30 al 60 percento della piovosità media (Fig.2).
L’ultima analisi dell’IPC prevede che molto probabilmente si verificherà una carestia tra le popolazioni rurali e sfollate nella regione della Baia e Mogadiscio, situata nel sud della Somalia, tra aprile e giugno 2023 se gli attuali livelli di assistenza alimentare non saranno sostenuti.
“L’assistenza alimentare e nutrizionale umanitaria su larga scala è stata probabilmente il fattore chiave che ha impedito una carestia totale quest’anno“, ha affermato Lark Walters, analista della sicurezza alimentare per FEWS NET. “Senza livelli di assistenza significativamente più elevati nel 2023, siamo estremamente preoccupati che le morti nel corso della prolungata siccità del 2020-2023 possano superare quelle della carestia del 2011-2012 in Somalia“. La siccità del 2011 ha provocato 260.000 morti per fame tra la popolazione somala.
“La nostra capacità di monitorare e prevedere queste siccità è migliorata molto“, ha affermato Funk, “così come la capacità delle agenzie umanitarie di ingerire questi dati“.
Questi miglioramenti hanno contribuito a prevenire la carestia finora quest’anno, ma l’inesorabile mancanza di pioggia sta peggiorando la situazione e gran parte della Somalia, del Kenya e dell’Etiopia si apprestano a vivere situazioni molto complicate.
RIFERIMENTI E RISORSE
- earthobservatory.nasa