Terremoto di magnitudo 7.8 in Turchia e Siria: la scossa avvertita sino a ‘Il Cairo’
Il violento terremoto di magnitudo 7.8* che ha colpito nelle scorse ore Turchia meridionale e Siria settentrionale ha abbattuto centinaia di edifici e ucciso centinaia di persone. Il bilancio, già devastante, è destinato a salire man mano che le 2800 squadre di soccorritori lavorano tra grovigli di metallo e pile di cemento. L’evento ha scosso i residenti poco prima dell’alba, costretti a riversarsi per strada nonostante le condizioni meteorologiche avverse.
Sul lato siriano di confine il sisma ha distrutto aree densamente popolate di sfollati dalla lunga guerra civile che affligge il paese. Molti di essi vivono già in strutture distrutte dai bombardamenti.
E gli ospedali in breve tempo risultavano colmi di feriti.
La scossa, secondo l’USGS, ha avuto il suo epicentro a circa 90 chilometri dal confine (a 33 chilometri dalla città turca di Gaziantep), a 18 chilometri di profondità, ed è stata avvertita sino a Il Cairo.
L’area della Siria colpita dal terremoto è divisa tra il territorio controllato dal governo e l’ultima enclave del paese controllata dall’opposizione, che è circondata dalle forze governative sostenute dalla Russia. Gli edifici crollati sono stati segnalati in una fascia transfrontaliera che si estende dalle città siriane di Aleppo e Hama a Diyarbakir in Turchia, a più di 330 chilometri a nord-est. Quasi 900 edifici sono stati distrutti nelle province turche di Gaziantep e Kahramanmaras. Un ospedale è crollato nella città costiera mediterranea di Iskanderoun, ma le vittime non sono state immediatamente note.
In Turchia, le persone che cercavano di lasciare le regioni colpite dal terremoto hanno causato ingorghi, ostacolando gli sforzi delle squadre di emergenza che cercavano di raggiungere le aree colpite. Le autorità, viste anche le rigide temperature che interessano il paese, hanno aperto le moschee in tutta la regione da utilizzare come rifugi, dal momento che migliaia di famiglie non possono far rientro nelle proprie abitazioni. Il terremoto ha gravemente danneggiato il punto di riferimento più famoso di Gaziantep, il suo storico castello arroccato in cima a una collina nel centro della città. Parti delle mura e delle torri di avvistamento delle fortezze sono state rase al suolo e altre parti gravemente danneggiate.
Nel nord-ovest della Siria, il terremoto ha aggiunto nuovi guai all’enclave controllata dall’opposizione centrata sulla provincia di Idlib, che è stata assediata per anni, con frequenti attacchi aerei. Il territorio dipende da un flusso di aiuti dalla vicina Turchia per qualsiasi cosa, dal cibo alle forniture mediche.
A Damasco gli edifici hanno tremato e molte persone sono scese in strada. Il sisma ha fatto sobbalzare dai letti i residenti in Libano, scuotendo gli edifici per circa 40 secondi. Molti residenti di Beirut hanno lasciato le loro case e sono scesi in strada o si sono allontanati in auto dagli edifici, terrorizzati dai ricordi dell’esplosione del porto del 2020 che ha distrutto gran parte della città.
La Turchia si trova in cima alle principali linee di faglia ed è spesso scossa dai terremoti.
*NDR: secondo l’istituto di ricerca sul terremoto turco (KRDAE) la stima è stata portata a 7,7 MW