Città italiane inquinate, ma per qualcuno il problema sono auto elettriche e monopattini
Poco buone nuove dal report annuale di Legambiente sulla qualità dell’aria delle città italiane. Purtroppo la qualità dell’aria dei nostri centri urbani è spesso fuori dai limiti di legge. Il report “Mal’aria” del 2023 ci parla di ben 29 città capoluogo di provincia che superano il limite di 35 giorni all’anno di sforamento di PM 10 (micro-particelle aerodisperse). Se già oggi fossero applicati i limiti di emissione pensati per il 2030 sarebbero ben 72 le città fuori legge su 106. Questi numeri non fanno certo bene per la nostra salute e neppure al nostro portafoglio. Lottare contro l’inquinamento costa per pubblica amministrazione in termini di cure per i pazienti che si ammalato di patologie legate alla qualità dell’aria molti soldi.
Le città che principalmente sforano le norme sulle micro-polveri sono quelle della Pianura Padana dove le ventilazione è scarsa. Il triste primato spetta a Torino, seguita da Milano. In merito al PM 10 tutte le città sono del Nord Italia, ad eccezione di Andria in Puglia. Per il biossido di azoto rientrano invece anche Roma, Palermo e Catania del centro-sud.
Di certo alcune città sono più “sfortunate” per via della conformazione orografica che non permette al vento di spazzare via le sostanze inquinanti dal centro urbano. Per contro non è che nelle altre città non vengono prodotti inquinanti, ma si vanno a disperdere e diluire altrove. Questo aspetto, trascurato, non è neppure questo un fattore positivo, dunque è importante ridurre l’inquinamento a priori di tutti i centri urbani indipendentemente dagli sforamenti misurati dalle centraline di misura degli inquinanti.
Si tende a parlare sempre solo di CO2, ma ci sono gli altri inquinanti come micro-polveri (PM 10 e PM 2,5) oppure il biossido di Azoto NO2. Questi ultimi, come dicevamo, sono causa di danni alla salute, dunque è molto importante contenerli e abbatterli. Se per la generazione di CO2 troviamo diversi responsabili fra cui non solo il traffico automobilistico, ma anche i riscaldamenti con gas naturale, la produzione energia termoelettrica ecc, per gli inquinanti, causa di problemi di salute per l’uomo, i trasporti e l’industria sono i principali responsabili.
In Italia però sembra che il vero problema sia la mobilità sostenibile e non la qualità dell’aria. Non si parla quasi mai dei dati delle stazione di monitoraggio, che non sono certi positivi e sono a disposizione di tutti i cittadini sui portali delle ARPA Regionali e dei Comuni. Dalle discussioni che appaiono sui social, ma anche in noti talk show televisivi, sembra quasi che le cose siano ribaltate. Invece di parlare del problema degli inquinanti con numeri va di gran moda criticare la mobilità elettrica che essa sia con auto elettriche o monopattini. Nonostante le varie fake news che girano da anni si è dimostrato che in Europa il ciclo di vita di un auto elettrica ha un impatto sull’ambiente minore rispetto ad una auto termica. Ne abbiamo parlato qui. Inoltre con l’aumentare delle fonti rinnovabili, sul quale è importante lavorare, le emissioni si ridurranno via via sempre più. Di certo l’unico impatto zero sarebbe quello di muoversi a piedi, ma questo è un altro paio di maniche.
Molto importante è ridurre il traffico a priori perchè comunque molto salutare per decongestionare le città, aumentando così le zone per bici e pedoni, indipendentemente dall’alimentazione delle auto. Dunque è necessaria una rivoluzione culturale e strutturale. Bisogna andare dritti nell’elettrificare i trasporti, l’industria e contemporaneamente potenziare le rinnovabili. Efficientare gli edifici, i sistemi di riscaldamento e ridurre tutto ciò che è causa di inquinamento dell’aria.
La strada è certamente complessa e ci vuole un notevole sforzo da parte della autorità e dei cittadini. Sarebbero però necessario anche uno sforzo culturale perché alcune delle soluzione, non possono essere considerate come uno dei mali principali per mettere la testa sotto la sabbia.
Per consultare il report completo di Legambiente – Mal’aria 2023 clicca qui.