Published On: Mer, Mar 8th, 2023

Alimentazione, davvero gli insetti arriveranno sulle nostre tavole?

Ultimamente sentiamo parlare spesso di come sulle nostre tavole potrebbero arrivare cibi derivanti dall’utilizzo totale o parziale di insetti, come farine, barrette energetiche, o veri e propri piatti composti prevalentemente dagli insetti. Molti sicuramente torceranno il naso, ma la realtà è che ad oggi non possiamo escludere questa strana, ma reale possibilità. Diverse culture e popolazioni del mondo si nutrono già da tempo di cibi a base di insetti. Sicuramente le proprietà nutrizionali derivanti da essi sono molteplici, come evidenziato da molteplici studi a riguardo. Infatti la composizione nutrizionale degli insetti è migliore rispetto a molte altre specie di animali. Gli insetti sono indubbiamente un’ottima fonte di proteine perché contengono meno grassi e colesterolo rispetto ad altre fonti di proteine come la carne.

Ma quali sono le cause che ci porteranno in un prossimo futuro a cibarci anche degli insetti?

Sicuramente tra le prime cause, dobbiamo considerare, l’elevata richiesta energetica, l’elevato inquinamento e l’elevato consumo di suolo, che deriva dalla produzione di materie prime, quali la carne, e considerare con essa, l’elevata immissione di CO2 nell’atmosfera.

L’altro fattore strettamente collegato, è il netto aumento della popolazione mondiale, passato dai 2 miliardi del 1928 agli attuali 8 miliardi. Praticamente una popolazione quadruplicata in meno di 100 anni.

La tendenza, secondo le previsioni, è una continua crescita della popolazione mondiale  che raggiungerà i 9,5 miliardi di abitanti nel 2050 ed 11 miliardi nel 2100.

Ovviamente all’aumento della popolazione corrisponde un aumento delle richieste alimentari, e di conseguenza ad un aumento dello sfruttamento di risorse ed energia, che porta ad un aumento di inquinamento, con tutte le conseguenze e gli effetti devastanti che già oggi conosciamo e vediamo, soprattutto in termini di cambiamenti climatici.

Se ad esempio consideriamo il consumo di carne pro capite annuo, vediamo come esso è aumentato nel corso degli anni, in maniera spropositata. L’allevamento di bovini e la produzione di latticini costituiscono, da soli, il 65% delle emissioni dell’industria del bestiame. Secondo un recente studio, pubblicato su Science, il consumo medio di carne a persona è quasi raddoppiato negli ultimi 50 anni e siamo passati da 23 kg circa all’anno nel 1961 a 43 kg nel 2014. Attualmente gli occhi sono puntanti soprattutto alle nazioni emergenti come Cina, India, Brasile e Sudafrica, poiché secondo alcune proiezioni delle Nazioni Unite, entro la metà del secolo il consumo globale di carne aumenterà del 76%. Nello specifico il consumo di pollo raddoppierà, quello di manzo crescerà del 69% e quello di suino del 42%.

Confrontando i grafici della popolazione, con quello del consumo di carne e quello dall’aumento di CO2, derivante da tutti i processi che la producono, notiamo come siano interconnessi tra di loro, e come soprattutto la produzione alimentare contribuisce in maniera importante alla produzione di CO2.

Di seguito sono riportati i primi dieci paesi che consumano più carne al mondo, considerando i kg consumati all’anno per abitante:

  1. USA – 120 kg
  2. Kuwait – 119.2 kg
  3. Australia – 111.5 kg
  4. The Bahamas – 109.5 kg
  5. Lussemburgo – 107.9 kg
  6. Nuova Zelanda – 106.4 kg
  7. Austria – 102 kg
  8. Polinesia francese – 101.9 kg
  9. Bermuda – 101.7 kg
  10. Argentina – 98.3 kg

L’Italia è al 19 posto, con un consumo medio pro-capite di 90Kg/anno.

Di seguito la mappa mondiale del consumo pro-capite di carne (Fig.1):

Fig.1 – Mappa mondiale del consumo pro-capite di carne

Per poter sostenere tale aumento di popolazione nel breve periodo, cioè quello previsto entro il 2050, l’industria agricola dovrebbe aumentare del 50% la produzione per soddisfare il fabbisogno alimentare richiesto. Le conseguenze sarebbero devastanti, come già abbiamo elencato, sia in termini di richiesta energetica, sia in termini di sfruttamento del suolo ed inquinamento.

Pertanto nei prossimi anni, una soluzione a tale problematica, poterebbe essere, oltre che una drastica riduzione globale del consumo di carne, anche quella dell’introduzione ad uso alimentare degli insetti, intesa come integrazione delle nostre già note fonti di nutrizione.

Risorse e riferimenti:

  • www.waterandfoodsecurity.org;
  • www.worldometers.info;
  • www.ourWorldindata.org ;
  • www.changeclimatechange.it

About the Author

- E' laureato in Scienze e Tecnologie Agroforestali ed Ambientali. E' divulgatore di climatologia e meteorologia, ma non tralascia altre tematiche scientifiche. Si occupa di gestione del territorio e tutela ambientale e collabora al controllo ed al monitoraggio delle patologie in ambito Fitosanitario. Contatti: fabio.chipino@geomagazine.it