L’Area 51, la segretissima base militare nel deserto del Nevada
L’Area 51 sorge nel deserto del Nevada, nella vasta regione appartenente alla Nellis Air Force Base. La base non è riportata in alcuna cartina geografica o mappa stradale e nasconde da sempre le attività che vengono svolte nel suo interno. L’ingresso è segnato da una strada sterrata che si biforca nella contea di Lincoln e che poi interseca la pista che conduce da est al Groom Lake, attraversando a sud la catena delle Groom Mountains, una serie di alture che corrono quasi parallele alla statale.
Ciò che accade all’interno è segreto governativo, nonostante abbia riconosciuto uficialmente la sua presenza nel 2013. Ciò ha scatenato la fantasia di registi, scrittori e giornalisti, che da sempre hanno provato a ipotizzare cosa ci fosse nel suo interno. Inoltre, tali limiti hanno ispirato tante teorie cospirative, in primis sul fenomeno UFO. La sorveglianza armata non permette di oltrepassare un certo limite, e non è nemmeno consentito scattare fotografie, pena pesantissime sanzioni penali e amministrative.
Stando a voci non ufficiali, la struttura si svilupperebbe a grandi profondità. Sarebbe stata gestita dalla CIA sino al 1972, prima del passaggio all’Air Force System Command. L’ipotesi più credibile, anche in virtù di alcune dichiarazioni rilasciate da ex-funzionari, sarebbe quella dello sviluppo di apparecchiature militari tecnologicamente all’avanguardia. Quindi test e fasi di addestramento di nuovi velivoli.
Questa tesi è supportata dal fatto che l’esterno è provvisto di lunghissime piste d’atterraggio e di hangar, e che nel corso della notte molti testimoni sostengono di aver visto levarsi svariati velivoli. Si contano più di 2.850 decolli dell’A-12, un aereo spia con corpo in titanio scambiato puntualmente per veicolo alieno dai curiosi.
BOB SCOTT LAZAR
Tra gli ex dipendenti della base c’è Scott Lazar, un imprenditore statunitense, nonché fisico e figura molto controversa. Lazar dichiarò di aver lavorato presso l’area S-4 del Nevada Test Site sotto speciale richiesta di Edward Teller. Egli sostenne che la CIA avrebbe cancellato la sua identità quando iniziò a lavorare nella base e che la sua casa sarebbe stata oggetto di continue perquisizioni. In una sua nota intervista, Lazar descrisse alcuni dischi volanti nei dettagli, dopo averli disegnati, affermando che questi “aeromobili” si sostentavano grazie a tre specie di “marmitte pieghevoli”, che avrebbero permesso di scegliere le direzioni di volo.
Tra i punti più controversi della sua intervista c’è la descrizione della cabina di pilotaggio a dimensione di bambino. Un’affermazione che aprì alla possibilità di veicoli costruiti e pilotati da alieni. Inoltre, Lazar non fece riferimento a punti di saldature o a materiali conosciuti sulla Terra. Affermazioni subito criticate da scienziati di caratura internazionale, i quali fecero riferimento a scarse conoscenze dei concetti fisici di base. A ragione, visto che Lazar non frequentò il Massachusetts Institute of Technology, né il California Institute of Technology, come invece egli stesso dichiarò.
MIKE HUNT
Lazar non fu l’unico a descrivere attività ufologiche all’interno dell’Area 51. Negli anni ’80, un giornalista ed ufologo che risponde al nome di Mike Hunt, fu tra coloro che associarono le attività della base agli UFO. Nelle sue testimonianze, Hunt sosteneva di aver lavorato nei primi anni ’60 per conto della Commissione Atomica Statunitense, e di aver appreso che un UFO vi sarebbe stato trasportato dalla base aerea di Edwards, in California. Hunt avrebbe visto contenitori con il timbro: ”Project Red Light“, uno dei supposti progetti governativi americani sugli UFO.
Secondo le sue fonti il “Project Red Light” avrebbe incluso lo studio di due alieni e della propulsione di almeno tre oggetti volanti non identificati catturati. Stevens riferì di un incontro di un pilota militare con un vero e proprio disco volante avvenuto nel ’77 nel cielo della vicina base di Tonopah, e l’avvistamento sulla zona, nel ’78, di un grande sigaro grigio accompagnato da due elicotteri militari. Hunt, inoltre, avrebbe visto al suolo un disco di color opaco del diametro di 8-9 m, e avrebbe più volte constatato che le frequenze radio della base erano come “ammutolite” per cause a lui misteriose.
STORM AREA 51
Nel corso degli anni le teorie cospirative, in particolare di origine aliena, hanno lasciato spazio a ciò che probabilmente si verifica realmente nella base, ossia test e sviluppo di prototipi di velivoli militari. Tuttavia, l’area è ancora raggiunta da innumerevoli gruppi di curiosi che, affascinati dalle teorie cospirazioniste, sperano di intravedere ciò che a loro modo di vedere viene smentito. Noto l’evento del 2019 “Storm Area 51”, durante il quale circa 6.000 persone si sono presentate nel deserto per cercare le prove della presenza degli alieni.
Non è un mistero il fatto che per molti, davvero tanti, questi racconti siano in qualche modo affascinanti. La domanda “siamo soli nell’universo?” attanaglia l’uomo sin dalla notte dei tempi e ha sempre cercato di ottenere delle risposte. Tuttavia, è bene scindere l’eventuale presenza di forme aliene su altri mondi dalla visita di extraterrestri sul nostro pianeta. Le enormi distanze che ci separano lasciano seri dubbi circa un’eventuale visita di semplice ricognizione. Inoltre, la stragrande maggioranza di filmati e fotografie presentano risoluzioni precarie, con evidenti segni di alterazioni o fotomontaggi accertati.
I FILMATI DIFFUSI DAL PENTAGONO
Qualche anno fa il Pentagono ha pubblicato tre filmati di velivoli non identificati registrati tra il 2004 e il 2015 durante esercitazioni militari. In Flir1, Gimbal e GoFast, come sono stati denominati, si nota un oggetto sferico effettuare una strana rotazione ed eseguire manovre molto rapide prima di sparire dalla visuale. «Mentre mi avvicinavo… ha rapidamente accelerato verso sud ed è scomparso in meno di due secondi», aveva detto David Fravor, uno dei che piloti che incontrò i misteriosi oggetti nel 2004, «Era stato estremamente brusco, come una pallina da ping pong che rimbalza su un muro: lo colpisce e poi va da un’altra parte”.
Lo stesso Pentagono dopo aver diffuso i filmati, ha invitato il pubblico a non definirli UFO. E non perché l’acronimo non sia corretto, ma perché il termine è divenuto fantasioso e associato a forme di vita aliene. In effetti un oggetto volante non identificato deve significare essenzialmente un oggetto privo di catalogazione, ma con estrema probabilità di origine terrestre.
- Per approfondire: Ufo, dai primi avvistamenti ad oggi. Quant’è credibile l’ipotesi aliena?
- Risorse e riferimenti: wikipedia.org/wiki/Area_51