Identificati biomarcatori utili alla prevenzione del cancro al pancreas
Un gruppo di ricerca della Duke Health ha identificato una serie di biomarcatori che potrebbero aiutare a distinguere la probabilità che le cisti del pancreas si sviluppino in cancro o rimangano benigne. La scoperta, pubblicata su Science Advances, segna un importante passo verso un approccio clinico sulla classificazione delle lesioni del pancreas, consentendo potenzialmente la loro rimozione prima che inizino a diffondersi.
Il cancro al pancreas è una malattia in aumento, noto per crescere silenziosamente prima di essere scoperto, spesso incidentalmente, durante le scansioni addominali. Ed anche rilevandolo nella sua fase iniziale ha quasi sempre cellule sparse in tutto il corpo.
I ricercatori hanno quindi posto attenzione alle cisti note come neoplasie mucinose papillari intraduttali (IPMN), utilizzando un sofisticato strumento di biologia molecolare, consentendo ai ricercatori di identificare una serie di mutazioni genetiche che alimentano e potenzialmente sopprimono lo sviluppo del cancro.
Il team ha anche identificato gli indicatori biologici per discriminare tra le due principali varianti di IPMN e ha trovato marcatori distinti per definire una terza variante comune che generalmente si traduce in una malattia meno aggressiva.
Il lavoro, spiegano gli scienziati, si sta ora concentrando sulla ricerca del fluido cistico. Riuscire ad identificare questi biomarcatori nel liquido potrebbe fornire la base per una biopsia proteica preventiva.
Le attuali strategie diagnostiche, comprese le analisi cliniche, radiografiche, di laboratorio, endoscopiche e citologiche, hanno un’accuratezza complessiva di circa il 60%. Una percentuale non propriamente utile che potrebbe far divenire la malattia la seconda causa di morte per cancro negli Stati Uniti.