Ascanio Filomarino e l’eruzione del Vesuvio del 1794
Nel 1794 una violenta e spettacolare eruzione del Vesuvio distrusse la città di Torre del Greco. Stimolato dai terremoti che si avvertirono prima e durante l’eruzione, Ascanio Filomarino, pronipote e omonimo del più noto arcivescovo di Napoli durante la rivolta di Masaniello del 1647, ebbe l’idea di costruire uno strumento adatto a registrarli. Fu cosi che, grazie ad un pendolo costituito da un’asta metallica lunga 2,6 metri e da un peso sferico di 2,5 Kg, costruì il suo sismografo. Al peso fu collegato, tramite una molla, una matita che segnava il moto del suolo su di un foglio di carta fissato su un cilindro di marmo, sul bordo del quale erano segnati i punti cardinali. L’arrivo dell’onda sismica era inoltre evidenziata dal suono di tre campanellini.
L’asta del pendolo fu poi collegata con un filo rigido al bilanciere di un orologio che si metteva in moto quando il movimento sismico allontanava il filo, in modo da determinare l’ora del sisma. Il Duca della torre costruì questo sismografo non solo con l’intento di registrare le scosse, annotandone l’orario e la direzione, ma anche allo scopo di proteggere le popolazioni dalle drammatiche conseguenze delle eruzioni vesuviane.
ASCANIO FILOMARINO
Duca della Torre e Principe di Boiano, nacque a Napoli il 18 Agosto 1751. Fu una brillante figura di intellettuale nel clima dell’illuminismo meridionale. Scontò tragicamente il suo impegno civile e politico il 19 Gennaio 1799, quando fu ucciso dai lazzari in tumulto all’annuncio dell’ingresso dei francesi a Napoli. Il suo palazzo fu depredato e bruciato, e andarono così dispersi i tesori che conteneva: i dipinti e i volumi della sua ricca biblioteca, un importante collezione di minerali vesuviani, un laboratorio fisico e chimico, un’officina piena di orologi e preziosi strumenti di sua costruzione.
Bibliografia: “guida all’Osservatorio Vesuviano”. Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia – sezione di Napoli.