Published On: Sab, Mag 13th, 2023

Viaggio in ex Jugoslavia con l’auto elettrica (Reportage) – Seconda Puntata

Prosegue il racconto del nostro viaggio in ex Jugoslavia. Nella scorsa puntata abbiamo raccontato dell’Albania, che seppur non sia un paese ex jugoslavo, è un paese balcanico strettamente legato alla recente storia della disgregazione della Jugoslavia.

Dunque, come detto nella scorsa puntata, entriamo dal nord dell’Albania in Montenegro. L’ingresso nel piccolo paese adriatico avviene in mezzo a dolci montagne sulle sponde del lago di Scutari. Qui il paesaggio naturale è davvero mozzafiato infatti la zona è protetta da un Parco Nazionale.

Proseguiamo lungo la strada statale in direzione della capitale montenegrina: Podgorica. Le strade sono in ottime condizioni, solo qui e là si vede qualche piccola discarica di rifiuti come spesso accade in Italia, cosa che in Albania non avevamo visto. La prima tappa totalmente balcanica si chiude rapidamente senza nessuna paturnia, i km sono meno di 200 e non sono state necessarie cariche intermedie seppur non fossimo partiti pieni da Tirana. Arriviamo in hotel scelto appositamente perché dotato di colonnina di ricarica. Personale gentilissimo si scusa perché c’è un altro cliente (uno spagnolo con la Tesla) che deve caricare, ma troviamo la quadra e riusciamo a lasciare l’auto sotto carica tutta la notte in vista della lunga tappa verso Kosovo e Macedonia del Nord.

Millenium bridge di Podgorica (Credit G.Cutano)

Ci dirigiamo per cena verso la capitale e si respira anche qui aria di città moderna. Fra le strade del centro svetta il Millenium Bridge un bel ponte strallato nella parte nuova della capitale. La moneta utilizzata in Montenegro è l’Euro, seppur il paese non faccia parte né dell’unione monetaria ne dell’Unione Europea. Come fatto in Albania abbiamo controllato i prezzi dei carburanti che si aggirano su 1,3 euro al litro. Dunque sensibilmente più bassi rispetto all’Albania. Il centro cittadino è frizzante e con molti giovani nei locali. La parte della città nuova che abbiamo visto è moderna e pulita. Si cena in ottimi ristoranti a prezzi modici con cibo tradizionale di alta qualità.

Rispetto all’Albania si respira più occidente e meno oriente, probabilmente perché la religione preponderante è quella cristiana. Girando per le strade di Podgorica troviamo dei cartelli che pubblicizzano la NATO. Il Montenegro è entrato nel patto atlantico nel 2017. La piccola repubblica adriatica ha vissuto un grande dibattito interno sulla questione per via dell’amicizia con i serbi. Ricordiamo che il Montenegro si è separato dalla Serbia con un referendum, risicato, nel 2006. Con quel voto finì per sempre quello che restava della Jugoslavia. Nacquero così gli stati indipendenti di Serbia e di Montenegro. Come dicevamo il piccolo paese balcanico, nel 1999, era ancora parte delle ceneri della Jugoslavia e fu anch’esso bombardato dalla NATO durante il conflitto del Kosovo.

Anche per questo il dibattito interno è stato forte è lo è ancora oggi per questa atavica posizione fra il mondo occidentale e quello filo-russo. Dunque con questo pensiero si va a dormire a ricaricare le pile per una delle tappe più toste del tour. Podgorica – Skopije via Pristina. Ricordiamo che il Montenegro è strettamente legato all’Italia da un cavo lungo 447 km che collega energeticamente i due paesi. Il cavo sottomarino è stato completato da Terna nel 2019 e permette l’interscambio di energia. Il Montenegro produce energia principalmente da idroelettrico.

La mattina seguente si parte carichi di energia sia elettrica per l’auto che per la curiosità di arrivare in Kosovo. Uscendo dalla capitale montenegrina ci dirigiamo verso nord prendendo una autostrada nuovissima, l’ultimo tratto inaugurato nel luglio 2022. Andando un pò a documentarci, questa modernissima via di comunicazione che a fine lavori collegherà il Montenegro alla Serbia, è stata fatta a suon di polemiche e di costi elevati che hanno messo in difficoltà le casse del piccolo stato balcanico.

Lasciamo così l’autostrada per infilarci in mezzo alle montagne. Dopo una comoda autostrada iniziano delle strade, seppur asfaltate, quasi poderali. Nonostante questo troviamo diversi villaggi e scopriamo il vero Montenegro (non l’amaro). Un paese con delle montagne molto affascinanti e molto innevate, nonostante siamo a fine aprile in un inverno che sulle Alpi è stato avaro di dama bianca. Qui respiriamo la vera aria dei Balcani in tutti i sensi. Torrenti e fiumi sono carichi di acqua. Dopo un primo colle scendiamo in una valle con città di modesta grandezza come Berane che vivono principalmente di attività legate all’industria del legno. Con nostro stupore troviamo diverse pattuglie di polizia che controllano i limiti di velocità con pistola laser. Infatti nessuno corre e il traffico è ordinato.

Colle spartiacque fra Montenegro e Kosovo a 1.700 metri (Credit G. Cutano)

Risaliamo un nuovo colle e d’improvviso dopo una curva troviamo la frontiera con il Kosovo. La cosa è stata inaspettata vista la piccola strada di montagna che stavamo percorrendo. Iniziamo dunque i controlli con la polizia montenegrina. Il personale molto simpatico ci prende in giro perché siamo rimasti, insieme ai greci, gli unici europei con le carte d’identità “a lenzuolo”. Controllo rapido e si riparte subito. Non sappiamo cosa aspettarci dopo i controlli montenegrini, per diversi km non c’è più traccia di “vita”. Giungiamo a quota 1.700 m.s.l.m dove c’è ancora tantissima neve. Il tracciato prevede l’ultima ascensione del giorno. Un posto magnifico che però ci fa chiedere dove siamo? Sulle Alpi? Ancora in Montenegro, in Serbia o in Kosovo? Come sapete il Kosovo è uno stato indipendente, ma non riconosciuto da tutta la comunità internazionale e rivendicato dalla Serbia.

Transitati al colle iniziamo la discesa molto accentuata verso la piana del Kosovo. La cosiddetta “Piana dei Merli“, luogo “sacro” per i serbi ed è uno motivi degli accesi scontri fra l’etnia serba e quella albanese, quest’ultima in maggioranza nell’ultimo paese nato in Europa. In questa grande pianura, serbi (allora alleati con i bosniaci cristiani) e ottomani si scontrarono in una sanguinosa battaglia. Siamo nel 1389. Le perdite furono ingentissime in entrambe le formazione, ma i serbi riuscirono ad uccidere in battaglia il Sultano turco. Questo evento viene ricordato dai serbi come un esempio di resistenza, ma anche momento dove l’elite cavalleresca perì in battaglia cancellando una intera generazione. Inoltre i serbi ci tengono a ricordare che in quell’anticipo di Lepanto furono loro ad arrestare l’avanzata da est degli ottomani nel cuore d’Europa. Per giunta proprio dal Kosovo, nel 1989, partirono le prime avvisaglie di disgregazione della Jugoslavia. Dunque questo luogo è un luogo chiave della storia del Balcani.

Da esterni è difficile dare un giudizio sulla storia di ieri e di oggi e ce ne guardiamo bene,  ma per i serbi, come dicavamo, il Kosovo ha una fortissima simbologia, seppur oggi è abitato per una grande maggioranza di albanesi. Tralasciamo però la ricca storia di questi luoghi per proseguire la discesa verso la piana, così diversi km dai controlli montenegrini, arriviamo alla dogana kosovara. Dunque il Kosovo esiste e in dogana non percepiamo più nessuna traccia di simboli della Serbia. Eseguiamo i normali controlli, sottoscriviamo una assicurazione per circolare in Kosovo e dopo 15 minuti proseguiamo la nostra discesa verso la leggendaria piana dei Merli e Peć ed entrare nell’autentico Kosovo. Su questi percorsi misti di montagna l’auto elettrica performa al massimo. 

…prosegue nella prossima puntata…

Per rileggere:

Prima Puntata

About the Author

- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45