Betelgeuse e le anomale variazioni di luminosità
Nelle fredde notti di Gennaio, in direzione sud, campeggia alta nel cielo una stella di colore rossastro. Essa dista da noi 500 anni luce, in una delle più belle costellazioni del firmamento e gli antichi la chiamarono Betelgeuse, “la mano del gigante”.
E’ una stella gigante rossa ed ha la caratteristica di essere una variabile, la cui luminosità varia in maniera semiregolare.
Negli ultimi anni Betelgeuse, nella costellazione di Orione, ha mostrato evidenti variazioni di luminosità. Tra il 2019 ed il 2021 è divenuta più debole di quanto non lo fosse nel secolo precedente (grande oscuramento), mentre quest’anno è divenuta al contrario molto brillante. In entrambe le circostanze gli astronomi hanno ipotizzato la fine della sua esistenza che, viste le sue caratteristiche, avverrebbe con una grande esplosione. Essa è infatti da 15 a 20 volte più massiccia del Sole.
Betelgeuse è la settima stella più luminosa del cielo, ed è la più luminosa tra le variabili. Il grande oscuramento del 2021 ne ha attenuato la magnitudine del 60%, per cui è stato un evento particolarmente estremo. Studi successivi hanno dimostrato che ciò è avvenuto a causa di una nube di gas e polveri grande quanto l’astro stesso, che ne ha oscurato la metà meridionale.
Tuttavia, non è chiaro il motivo che l’ha successivamente portata a splendere del 50% in più rispetto al solito. Le teorie più accreditate sostengono che la stella nube responsabile dell’oscuramento ora riflette la luce della stella, facendola apparire più luminosa.
Secondo gli scienziati non è prossima ad un’esplosione, perché a differenza delle supernove dove tutto nasce dal nucleo, le variazioni luminose di Betelgeuse sono un fenomeno di superficie. La sua fine, secondo i recenti studi, potrebbe quindi avvenire tra migliaia di anni, ma anche tra 1,5 milioni.
Insomma, ci sono ancora tanti interrogativi da risolvere, dal momento che gli astronomi non conoscono la sua precisa massa, e secondo alcuni non è ben nota nemmeno la sua distanza.
Si sostiene che la stella si sia fusa di recente con una compagna più piccola: questo spiegherebbe perché ruota più velocemente del previsto, come fanno di solito le stelle grandi.
Se Betelgeuse esplodesse, per prima cosa rileveremmo una pioggia di particelle innocue prive di massa, chiamate neutrini. Successivamente acquisterebbe molte magnitudini. Dopo 7-14 giorni arriverebbe a brillare come la Luna piena, per poi affievolirsi gradatamente, ma restando visibile anche durante il giorno per 6-12 mesi e sino a due anni nel cielo notturno. Successivamente farebbe perdere le sue tracce e la costellazione di Orione cambierebbe la sua fisionomia.
Se davvero ciò accadesse, la quantità dei raggi cosmici sarebbe inferiore rispetto a quella di altre supernove più vicine, per cui non correremmo alcun rischio.