Viaggio in ex Jugoslavia con l’auto elettrica (Reportage) – Quinta Puntata
Nella puntata precedente eravamo arrivati in Hotel a Belgrado e avevamo verificato che il punto di ricarica funzionasse. Da lì siamo partiti per il centro cittadino.
La città si presenta oggi ancora con l’aura di una grande capitale. Belgrado è stata la capitale della Jugoslavia prima e oggi della Serbia. Grattacieli svettano nella zona nuova della città e a primo acchito i bombardamenti del 1999 sembrano cosa lontana. Arriviamo al centro dove la città mostra la sua storica monumentalità. Per cena ci viene indicato un ristorante che ci colpisce davvero per la sua originalità. E’ un ristorante italo-serbo consigliato dagli stessi belgradesi. Un luogo davvero incredibile che merita davvero la sosta. All’interno ci si catapulta in mondo che può apparire un pò kitsch subito, ma poi la dovizia della cura dei particolari è qualcosa di veramente simpatico e colorato.
Il menù è un misto di piatti tradizionali serbi e italiani rivisitati che ci lascia davvero soddisfatti. Usciti dal ristorante siamo però interessati ad andare a trovare le ferite della guerra. Il vecchio palazzo della JNA (Armata Popolare Jugoslava) e cioè del vecchio esercito jugoslavo era stato colpito dagli aerei NATO nel 1999. Qualche anno fa erano ancora visibili i bombardamenti, ora sono stati camuffati da alcuni pannelli. Il luogo però simbolo di quei raid è un altro e cioè la sede della TV serba (RTS). La notte del 23 aprile 1999, intorno alle 2 di notte, una bomba lanciata dai caccia esplode uccidendo 16 civili fra tecnici e dipendenti della TV pubblica serba. Qualcuno disse che quella notte era noto l’obiettivo, ma nonostante ciò furono mandate in turno persone che il regime voleva togliersi di dosso. Non sappiamo quanto ci sia di vero, ma quella strage sconvolse l’opinione pubblica di tutto il mondo.
Oggi nella palazzina sede della TV serba è stato lasciato volontariamente l’edificio distrutto a memoria di quanto accaduto. Vicino c’è un bel parco cittadino dove a tarda sera si gira tranquilli e ci sono tante persone che corrono o vanno a passeggio. In questo parco varie iscrizioni ricordano le vittime di quei bombardamenti vicino ad una imponente chiesa ortodossa.
La sensazione che ci lascia Belgrado è agro-dolce. Certo se l’esperienza al ristorante ci ha dato il vero spirito balcanico colorato e ironico, documentare i luoghi della guerra ci ha fatto fare lunghe riflessioni su quella guerra, una delle ultime davvero vicine a casa nostra.
Rientrati in Hotel, abbiamo una sorpresa. La colonnina ha un problema e non ci fa caricare. L’albergatore si prodiga in tutti i modi, ma non riparte. Scopriremo poi che era un problema di sua tessera. Fortunatamente l’energia elettrica è uno dei beni più diffusi al mondo e dunque ci attacchiamo ad una semplice presa schuko. Certo non avremo l’auto carica l’indomani, ma grazie ai software di gestione della batteria e ad una rete di ricarica rapida, presente anche in Serbia, andiamo comunque a dormire sereni consci che l’indomani potremo ripartire.
Alla sveglia del giorno dopo troviamo l’auto al 29% a differenza del 100% delle altre mattine. Destinazione Bosnia Erzegovina, ma dobbiamo caricare. Facciamo una sosta caffè lungo strada molto breve e imbarchiamo un pò di energia. Prendiamo poi la strada verso il confine bosniaco e troviamo una ridente cittadina, Valjevo. Qui troviamo un centro commerciale e troviamo una ricarica non ultra rapida, ma veloce e con una sosta di 30 min a cavalo di pranzo avremo l’energia sufficiente per arrivare a destinazione. La cosa interessante che grazie ad un abbonamento stipulato in Italia con la nostra tesserina andiamo in roaming e paghiamo l’energia con la tariffa italiana. Dunque nessun sorpresa di extra-costi.
Ripartiamo ed iniziamo ad arrampicarci per la montagne serbe, direzione confine di Stato. Entriamo nella cosiddetta Repubblica Serba di Bosnia. Controlli rapidi e in meno di 20 minuti attraversiamo il confine sulla Drina ed eccoci in Bosnia. Come molti sapranno la Bosnia-Erzegovina è una repubblica federale che in piccolo riproduce quello che era la Jugoslavia un tempo. Qui vivono bosniaci (bosgnacchi o coloro che sono di religione musulmana), serbi e croati. La costruzione della Bosnia come entità statale è stato un lungo lavoro di diplomazia culminato con gli Accordi di Dayton del 1995 che di fatto hanno messo fine al penultimo e sanguinoso capitolo della guerra in Jugoslavia.
La situazione in Bosnia comunque resta ancora oggi “etnicamente” tesa, la Repubblica Serba di Bosnia è nettamente staccata dall’altra repubblica federata croato-musulmana. Non è per nulla facile capire le dinamiche di questo paese e a noi arriva forse solo un lontano eco. Ricordando quelle recenti tragedie ci rechiamo in direzione di Srebnica, tristemente nota per una delle pagine più tristi, dolorose e vergognose dell’Europa contemporanea.
…continua la prossima puntata…
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