Per l’elettrico ci vorrebbe una rivoluzione come per la Nuova 500 del 1957
Le auto elettriche sono ormai al centro di tante discussioni. Ci si divide quasi nettamente in chi è a favore e chi è contro. I social sono pieni di meme (vignette) e di dibattiti che spesso poi sfociano ben al di sopra del normale “bon ton“. Sul tema ci si scontra come un tempo nei bar. Anche i cosiddetti VIP o addetti al settore trattano il tema con discussioni degne delle sfide a duello. Elon Musk è uno di questi. Dunque dal punto di vista della questione il tema è diventato sicuramente popolare.
Se il tema è trend sui social come va la situazione nelle realtà? Come va il mercato delle auto elettriche? Se prendiamo il caso più virtuoso, troviamo la la Norvegia dove nel 2022 su 5 auto vendute, 4 erano elettriche. Bene anche in UK e Germania che segnano rispettivamente un +40% di vendite e un +32 %; stessa situazione in Francia e Spagna dove si registra oltre il +20%. In Italia invece si è registrata una netta inversione di tendenza, unico paese in Europa, dove il 2022 ha registrato un -27%.
Come mai in Italia c’è stata questa flessione? Di certo i detrattori hanno aiutato e non poco, ma la riduzione degli incentivi ha fatto la sua parte. Non fermiamoci però a considerazioni semplicistiche, perché c’è anche da aggiungere che l’Italia esce con le ossa rotte dopo la pandemia. Aggiungiamo la guerra in corso con l’aumento dei prezzi e non dei salari che sta riducendo il potere di acquisto degli italiani. Dunque per molte famiglia non è di certo il momento di cambiare auto.
Oltre a quanto detto c’è anche un grande problema che le auto elettriche sono quasi tutte di gamma alta e con costi che spesso superano i 30 mila euro. L’auto meno costosa sul mercato è la piccola Dacia Spring che ha comunque un prezzo sopra i 20 mila euro, mentre l’auto (termica) più pop delle vendite italiane resta la Fiat Panda che si compra con meno di 15 mila euro. Un buon prodotto era la Skoda CitiGo che è rimasta in listino solo nel 2019 e risultava allora l’auto elettrica meno cara e più prestazionale rispetto alle collega Spring.
Ci sono in realtà proposte elettriche più pop ed economiche come la Citroen Ami che costa sola 8 mila euro. Ora la stessa auto verrà proposta come Fiat Topolino, ma parliamo di una micro-car con una velocità massima di 45 km/h che però potrà al massimo sostituire qualche Smart (ormai anch’essa lievitata in spazio e prezzo) ad uso esclusivamente cittadino.
Facciamo ora un salto indietro nel tempo agli anni ’50. Siamo durante la fase di ricostruzione post seconda guerra mondiale. Oggi, se pensiamo bene, in sostanza la situazione non è molto diversa da allora. Se post evento bellico c’era il Piano Marshal, oggi, dopo la pandemia, c’è il PNRR. Se quest’ultimo sarà capace di rialzare l’economia come accadde fra gli anni ’50 e ’60 possiamo sperare in nuova crescita economica.
Quando nel 1953 Fiat affidò a Dante Giacosa il progetto di una nuova auto super utilitaria il concetto chiave fu di realizzare una auto che fosse in linea con il modesto bilancio delle famiglie italiane. Dopo alcuni anni di studi e progetti nel 1957 venne fuori la Nuova Fiat 500. Un modello di auto destinato a cambiare le sorti del Paese. L’auto riprende il nome della Fiat 500 Topolino, ma la concezione è totalmente diversa. Il nuovo modello diviene un modello più votato all’ottimizzazione della produzione industriale e il risultato fu comunque un’auto essenziale e un po’ spartana, ma con i giusti optional per i viaggi in città e fuori. Gli italiani la usavano quotidianamente, ma anche per i lunghi viaggi.
Le vendite non decollarono subito, ma con qualche aggiustatina, la Nuova Fiat 500 divenne l’auto di tutti. Nel corso della sua produzione furono venduti ben 4 milioni di esemplari diventando così il simbolo di un nuovo benessere democratico, sinonimo di libertà e di un design accessibile a tutti. La Fiat Nuova 500 diventa così una icona del nostro Paese tanto che viene citata in tantissimi film italiani e non e nel 2007 diventa un pezzo di museo permanente del MoMa di New York.
Tornando ai giorni nostri servirebbe dunque una rivoluzione simile a quella del 1957. Una rivoluzione che permise alla maggioranza degli italiani di potersi comprare un’auto e muoversi liberamente. Oggi di certo le condizioni sono totalmente cambiate, ma forse qualche punto in comune lo possiamo trovare. Dunque quello che servirebbe per un cambio di passo, e non diamo la colpa alla mancanza di infrastruttura, sarebbe l’uscita di un modello popolare a prezzi competitivi con prestazioni simili alle auto più pop attuali.
L’industria automobilistica mondiale ci sta provando e non è di certo con l’attuale Fiat 500 E di gamma tutt’altro che popolare. Certamente è anche normale che non sarà immediato realizzare un modello che abbassi i costi di produzione, con perfomance migliori e costi al cliente popolari, ma qualcuno dovrà far uscire il coniglio dal cilindro. Solo così anche le economie meno robuste potranno permettersi di partecipare alla transizione ecologica. Non dimentichiamo però una cosa e cioè che di pari passo bisogna andare avanti sulle rinnovabili, se no resta una rivoluzione mozza.
Immagino che anche questo articolo, come molti altri sul mondo dell’elettrico, susciterà un mare di polemiche, ma se comunque farà nascere delle riflessioni è sicuramente positivo.
Fonti consultate: Semprenews, NoiCompriamoAuto, WikiSource, Listini auto