“E’ estate, è normale che faccia caldo!” Quanto c’è di vero?
“E’ estate, è normale che faccia caldo. Ha sempre fatto caldo, anche negli anni passati”!
Chissà quante volte sui social vi sarete imbattuti in frasi di questo tipo. Quanto c’è di vero?
Sino ai primi anni ’90 la figura meteorologica più associata alla nostra bella stagione è stata l’Anticiclone delle Azzorre, un’area di alta pressione semipermanente che con la sua espansione caratterizzava il clima estivo europeo. Tale scenario garantiva temperature gradevoli, alternate a qualche picco più elevato, ma entro un range di tollerabilità.
Tuttavia, mentre la temperatura media globale continua a scaldarsi, si assiste a cambiamenti nei modelli di circolazione atmosferica che possono determinare un aumento delle occorrenze di temperature estreme. Tale figura lascia quindi sempre più spazio ad un’altra figura anticiclonica, quella nord-africana, capace di trasportare masse d’aria roventi e di modificare l’aspetto dell’estate. Le temperature massime assolute divengono quindi più estreme e lo dimostrano i tantissimi record degli anni ’00.
Le onde di calore oggi si caratterizzano non solo per un’intensità maggiore rispetto al passato, ma anche per periodi più prolungati, determinando condizioni ad elevato rischio per le persone più fragili.
NEL MONDO
Il clima della Terra ha sempre mostrato un’alternanza ciclica tra periodi glaciali e interglaciali, segnando poco meno di 10.000 anni fa l’inizio dell’era climatica moderna e della civiltà umana. Si tratta di cambiamenti attribuiti a piccole variazioni orbitali capaci di modificare la quantità di energia solare ricevuta dal nostro pianeta. Tuttavia, le osservazioni dirette mostrano che il clima del pianeta si sta scaldando ad un ritmo senza precedenti.
L’avvento dei satelliti in orbita e della tecnologia ha permesso agli scienziati del clima di ottenere un quadro generale e una mole notevole di informazioni su scala globale. Un corpo di dati che rivela i segnali di un mondo che cambia nell’atmosfera, nell’oceano, nella criosfera e nella biosfera.
Senza entrare nel merito delle cause, di oggettivo c’è che la temperatura media della superficie terrestre è aumentata di circa 1.1°C dalla fine del XIX secolo, con un trend di riscaldamento in aumento negli ultimi 40 anni.
Gli oceani hanno mitigato parte di questo aumento termico facendo registrare un riscaldamento di oltre 3°C nei primi 100 metri dal 1969.
Le calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide sono diminuite in massa. I dati del Gravity Recovery and Climate Experiment della NASA mostrano che la Groenlandia ha perso una media di 279 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno tra il 1993 e il 2019, mentre l’Antartide ha perso circa 148 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno.
I ghiacciai si stanno ritirando quasi ovunque nel mondo, dalle Alpi alla catena dell’Himalaya, dalle Ande alle Montagne Rocciose, dall’Alaska all’Africa.
Le osservazioni satellitari rivelano che la quantità di manto nevoso primaverile nell’emisfero settentrionale è diminuita negli ultimi cinque decenni e la neve subisce un processo di fusione in anticipo.
Il livello globale del mare è aumentato di 20 cm nel secolo scorso, con un tasso doppio negli ultimi due decenni.
L’estensione e lo spessore del ghiaccio marino artico sono diminuiti rapidamente negli ultimi decenni.
I record di caldo sono in numero estremamente maggiore rispetto a quelli di freddo.
Dall’avvento della rivoluzione industriale l’acidità delle acque superficiali oceaniche è aumentata di circa il 30%.
I RECORD
A conferma di quanto detto, osservando i dati di stazioni del Global Historical Climatological Network, un database di riepiloghi climatici giornalieri provenienti dalle stazioni terrestri di tutto il mondo, si evincono negli ultimi 30 giorni 522 record mensili e 163 record assoluti, tra temperature massime e minime più elevate, che salgono a circa 10.000 considerando tutti i parametri e i dati giornalieri. Dati grezzi, ma indicativi, provenienti da oltre 100.000 stazioni in 180 paesi e territori. In questo conteggio, affinché una stazione sia considerata per qualsiasi parametro, deve avere un minimo di 30 anni di dati con più di 182 giorni completi ogni anno. Record in netta maggioranza rispetto a quelli freddi (32 i valori mensili e 1 soltanto tra quelli assoluti negli ultimi 30 giorni), sempre più sporadici. Segno che fa sempre più caldo.
IN ITALIA?
La recente onda di calore ancora in corso nel sud della nostra penisola sta causando una serie di record mensili ed assoluti che vi invitiamo a visionare nel recente lavoro di Nimbus Web, il più autorevole portale italiano della meteorologia e del clima. Si tratta di un evento per certi versi eccezionale che a causa dell’espansione di un promontorio africano ha causato isoterme elevatissime sulla superficie isobarica di 850 hPa.
Per tali ragioni le affermazioni di utenti non esperti, spesso basate sul processo di codifica, immagazzinamento, consolidamento e recupero di informazioni ed esperienze, com’è definita la memoria dagli psicologi, non può considerarsi veritiero. No, nonostante il trimestre estivo sia da sempre il periodo più caldo, i valori medi e assoluti che sempre più spesso attanagliano il nostro paese (e non solo), per estensione e durata, e in alcuni casi per intensità, non ricadono nella normalità climatica.
La scienza non posa le sue fondamenta sui ricordi o sulle sensazioni, ma sull’osservazione e sul calcolo.