Published On: Ven, Ago 11th, 2023

Cogne o Veulla? L’eterno dilemma

Cogne o Veulla? Un eterno dilemma che attanaglia cognein, amministratori e tutti coloro che conoscono, amano e frequentano Cogne. Spesso questo dilemma è stato anche oggetto di accese discussioni, lo diventerà anche questa estate? Proviamo però un po’ a raccontare il contesto anche per chi magari non conosce la questione.

Frazioni di Cogne – Elaboraz. G. Cutano su OpenStreetMap

Partiamo prima da una definizione e cioè quella di Comune sparsoSecondo le norme toponomastiche nazionali definite dall’IGM (Istituto Militare Geografico), l’ente ufficiale che regola la cartografia italiana, per Comune Sparso si intendono quei comuni che non hanno un centro ben definito. In questi casi il nome del Comune rappresenta l’intero territorio diviso in frazioni e non corrisponde a nessuna di esse, neppure alla frazione istituita come capoluogo dove c’è la sede comunale. 

Secondo le definizioni che si trovano in rete Cogne ricade proprio nel caso di un Comune sparso. Dunque il nome Cogne rappresenta l’intero territorio comunale, ma non è il nome di nessuna delle diverse frazioni che la compongono e neppure di quella che è stata istituita come capoluogo. Solitamente nel caso dei Comuni sparsi viene scelta la frazione più grande per la sede comunale, ma non è detto. Dunque Cogne come singolo nucleo di case in teoria non esiste.

Le frazioni più distaccate e ben definite del Comune di Cogne sono certamente Gimillan, Lillaz, Valnontey e Epinel. Per quanto riguarda il nucleo abitato intorno alla piana di Sant’Orso, che parte dalla base del Montzeuc e si spinge fino a Crétaz, storicamente si è sempre chiamato Veulla (che essendo un nome francoprovenzale si pronuncia foneticamente Vəlla e non Veùlla con la fonetica italiana). Mi perdoneranno i linguisti se dovessi sbagliare, ma il toponimo è facilmente riconducibile al termine latino “Villa” che oltre a significare villa come la intendiamo oggi, significa anche villaggio. In francese ha preso poi l’accezione di città. Da notare che in patois di Cogne per Veulla si può anche intendere la città di Aosta. Questo ci fa dedurre che il capoluogo, e cioè la Veulla, sia sempre stato l’aggregato più grande della alta valle di Cogne, seppur molto meno antropizzato di oggi.

Come dicevamo, l’aggregato di case più concentrato ai bordi del prato di Sant’Orso, che oggi si considera il Capoluogo, un tempo non era un blocco unico, ma diviso in borgate più distinte e bene osservabili dalle foto del secolo scorso. Dunque la Veulla sarebbe suddivisa nei seguenti quartieri.

I quartieri della Veulla su scatto anni ’30 di A. Nebbia (Elabor. G.Cutano)

Sonveulla (da sondzon in patois che significa in cima) che oggi consideriamo la parte più “vecchia” di Cogne (forse a torto) e che inizia dalle prime case vicino agli impianti funiviari e scende fin verso la piazza. Dove c’è il Municipio si situa il quartiere di Métanéire, nome che ci suggerisce trattarsi di una zona intermedia localizzabile con la Via Bourgeois e dintorni. Scendendo di quota, nella parte più bassa del capoluogo, troviamo la Desot-Veulla che si ubica nella zona della Chiesa Parrocchiale di Sant’Orso per poi scendere lungo via Dott. Grappein. In questo quartiere c’era e c’è ancora il “Castello Reale” (Château Royal) una sorta di torre-fortezza molto “minimal” che era la residenza di caccia dei Savoia e dove re Vittorio Emanuele II veniva a trascorrere le sue vacanze venatorie.

Sempre qui vicino alla torre sabauda, nell’attuale sede delle “Dentelles” (pizzi di Cogne), c’era la sede del Municipio rimasta operativa fino agli anni ’60 e poi spostata nella sede attuale. Dunque era nella Desot-Veulla il cuore “amministrativo” del paese, mentre oggi si spostato in zona più baricentrica. Da notare che la quota del Comune di Cogne, scritta su tante cartoline del passato e nota a tutti è pari 1.534 m.s.l.m., ma si riferisce al vecchio municipio, mentre la quota di riferimento corretta è 1.544 m.s.l.m. corrispondente al piano dell’attuale piazza E. Chanoux e cioè quella con vista Gran Paradiso. Di questo tema mi ero occupato anni fa e anche qui ci fu qualche discussione. 

Simpatico e immediato il nome del quarto quartiere principale della Veulla che si chiama Lay-de-trè e significa letteralmente in patois “oltre i tre” e cioè oltre i tre quartieri più grandi sopra denominati e dove ancora oggi troviamo le tracce della vecchia torre del Vescovo. Per chi non lo sapesse è la zona dell’inizio della strada per Valnontey dove il tracciato ritorna pianeggiante e dove furono edificate ad inizio ‘900 diverse ville di importanti famiglie di industriali e di letterati. Fra queste troviamo Villa Necchi e Villa Costa. Questo quartiere ha avuto grande sviluppo fra gli anni ’60 e ’80 con la realizzazione di tante seconde case. Il nucleo si espanso fino in prossimità della funivia e andandosi a raccordare con Sonveulla.

In uscita dalla Veulla

In entrata in Veulla

Senza però dilungarsi troppo nella storia, torniamo a noi. In questi giorni qualcuno avrà notato che è in corso il cambiamento della cartellonistica stradale che separa le varie frazioni. L’occhio mi è caduto in particolare alla fine di Crétaz dove da qualche giorno campeggia il cartello con scritto “Cogne” in grande e in piccolo “Village de Cogne”, senza più la dicitura “Veulla”, probabilmente è una svista perché scendendo verso Aosta troviamo la scritta grande “Cogne” e in piccolo “Veulla – Chef-Lieu”. Di certo Veulla è sicuramente un Village de Cogne, non vi è dubbio, ma “Cogne – Village de Cogne” non sarebbe così ortodosso.

Ad inizi anni 2000, al cambio degli stessi cartelli, apparve prima il cartello “Veulla”, scritto in grande e sotto “Chef-Lieu de Cogne” (cioè Veulla capoluogo di Cogne). Seppur ero ragazzino ricordo ci furono delle polemiche e qualche tempo dopo apparve il cartello “Cogne – Veulla”, con le due scritte alla stessa grandezza. Allora c’era chi sosteneva che gli ospiti che per la prima volta sarebbero arrivati a Cogne non avrebbero capito che lì iniziava il centro di Cogne, sede della stragrande maggioranza delle attività commerciali, per contro c’era chi patteggiava per mantenere la toponomastica originale. Come dicevamo si optò per una soluzione ibrida: “Cogne – Veulla” pari grado, una sorta di compromesso.

Effettivamente lo sviluppo del Capoluogo, rispetto alle altre frazioni, è nel secolo scorso letteralmente esploso, tanto da inglobare quasi sia Crétaz che Moline in un blocco unico. Infatti, oggi, per antonomasia il Capoluogo viene inteso e chiamato Cogne dalla maggioranza delle persone. Mi capita spesso di sentire abitanti delle frazioni che quando parlano in italiano dicono “scendo o salgo a Cogne”, addirittura anche chi abita solo al Villaggio Cogne (zona villaggio Minatori/Lisardey) dice “vado a Cogne”. Chi si esprime in patois invece si riferisce ovviamente alla Veulla che, dipende dal contesto della discussione o dalla frazione, può anche essere inteso come “scendo ad Aosta”.

Dunque la domanda che sorge spontanea è la seguente: ha ancora senso considerare Cogne come un Comune sparso? Senza troppi conti alla mano, circa la metà dei residenti sta in Veulla e la stragrande maggioranza delle persone associa il nome del Comune sparso al Capoluogo. Dall’altro canto è invece corretto cambiare o declassare via via la toponomastica dei luoghi sostituendo il nome dell’intero territorio con il Capoluogo e di fatto cancellando la storia? Lascio a voi le considerazioni e le risposte.

Nota: Chiedo venia a linguisti, latinisti, storici ecc in merito ad eventuali affermazione non corrette sul tema. I temi toponomastici non sono di certo di primo piano e piuttosto da “tintarella estiva”, ma potrebbero scaldarsi le discussioni.

Qui sotto vi propongo come mi immaginerei il cartello all’ingresso della Veulla, intendendolo come centro del Comune di Cogne (comune sparso), ma non trascurando il nome storico e aiutando anche chi non conosce il francese con la scritta capoluogo in italiano. Forse cosi accontenteremmo tutti? Chissà.

Elaborazione G. Cutano

About the Author

- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45