Nuova frontiera nella ricerca climatica: collegamenti inaspettati tra oceani e clima globale
Un recente studio pubblicato su Science Advances ha fornito la prima prova diretta dei legami tra i sistemi meteorologici oceanici e il clima su scala globale. Guidato da Hussein Aluie, professore associato presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Rochester, il team internazionale di scienziati ha rivelato scoperte sorprendenti che potrebbero rivoluzionare la comprensione dei meccanismi che influenzano il clima terrestre. Secondo Benjamin Storer, ricercatore associato presso il Turbulence and Complex Flow Group di Aluie, i modelli meteorologici oceanici condividono somiglianze con quelli terrestri, ma su scale temporali e di lunghezza diverse. Mentre i modelli sulla terraferma durano solo alcuni giorni e coprono circa 500 chilometri, i vortici oceanici persistono per tre o quattro settimane, occupando circa un quinto delle dimensioni.
IL METODO UTILIZZATO
La novità dello studio risiede nella capacità del team di tracciare il trasferimento di energia attraverso i vari canali oceanici su scala planetaria. Utilizzando un metodo matematico sviluppato da Aluie nel 2019, implementato successivamente in un sofisticato codice da Storer e Aluie, i ricercatori hanno esaminato il flusso energetico da una circonferenza globale fino a scale di 10 chilometri. Queste analisi sono state applicate a set di dati oceanici provenienti da modelli climatici avanzati e osservazioni satellitari.
Contrariamente alle aspettative, il team ha scoperto che i sistemi meteorologici oceanici sono sia energizzati che indeboliti quando interagiscono con le scale climatiche. Questi modelli seguono uno schema che riflette la circolazione atmosferica globale. Inoltre, è emerso che la “zona di convergenza intertropicale” vicino all’equatore, responsabile del 30% delle precipitazioni globali, gioca un ruolo cruciale nel trasferimento di energia e nella generazione di turbolenze oceaniche.
UNA NUOVA COMPRENSIONE DEL SISTEMA CLIMATICO
Hussein Aluie afferma che questa scoperta offre un nuovo quadro per la comprensione del sistema climatico. Il team ritiene che studiare il complesso movimento fluido su diverse scale presenti nell’oceano possa portare a una migliore comprensione dei cambiamenti climatici. Questo approccio, basato sull’analisi meccanicistica, potrebbe rappresentare una svolta rispetto alle analisi statistiche tradizionali, aprendo nuove vie per comprendere le dinamiche causa-ed-effetto legate al riscaldamento globale e al cambiamento climatico.
Tra i membri chiave del team di ricerca figurano Michele Buzzicotti dell’Università di Roma Tor Vergata, Hemant Khatri dell’Università di Liverpool e Stephen Griffies, uno scienziato senior della Princeton University. Questa collaborazione internazionale ha contribuito a gettare nuova luce sui fenomeni oceanici e il loro impatto sul clima globale.