20°C sulla Alpi a dicembre, ma non è per i cambiamenti climatici
Nella giornata del 23 dicembre 2023, nella località valdostana di Pont-Saint-Martin alle porte della Valle d’Aosta, il termometro dell’auto segnava 20°C al tramonto.
Termometro rotto o al sole? Niente di tutto ciò, perché secondo i dati ufficiali della stazione meteo del centro funzionale della Regione Autonoma Valle d’Aosta, localizzata poco lontano nelle località di Vérres, alle 14 c’erano 22°C. Anche le raffiche di vento sono state molto elevate. La temperatura è certamente fuori dalla media del periodo, non vi è dubbio, ma in questo caso non c’è una correlazione diretta con i cambiamenti climatici. Nel senso che i cambiamenti climatici non possono e non devono essere percepiti come queste “anomalie” locali, ma devono essere analizzate le medie annuali globali che salgono purtroppo di qualche decimo di grado. Di certo quello è il fenomeno da attenzionare.
Per attribuire un evento meteorologico estremo come un’ondata di caldo al cambiamento climatico, è necessario effettuare uno studio di attribuzione. La scienza dell’attribuzione fornisce un quadro metodologico per valutare il grado di influenza del cambiamento climatico su un evento meteorologico. Dal 2014, gli scienziati della World Weather Attribution si sono specializzati in questo campo.
Quindi come mai queste temperature anomale in questo periodo solitamente freddo dell’anno? Con particolari configurazioni bariche, fra Nord Europa e Mediterraneo, si genera il cosiddetto vento di favonio o conosciuto sulle Alpi come Foehn. Questo movimento di massa d’aria fredda, proveniente in questo caso da nord, per l’attrito sul passaggio sulle Alpi si scalda scendendo verso valle. La Valle d’Aosta è molto stretta nella parte finale di sbocco verso il Piemonte e si crea così una sorta di effetto venturi, dunque aumenta la velocità del vento che si scalda per maggiore attrito con le rocce. Ecco spiegato come mai si possono registrare queste temperature anomale in inverno. Non è raro vederne anche 24°C di gradi in pieno gennaio.
Sul lato settentrionale delle Alpi invece si verifica l’effetto Stau che porta precipitazioni e temperature basse provenienti da nord, quindi è spesso curioso vedere come fra i due versanti del Monte Bianco alle stesse quote ci sono anche sbalzi di 20°C con sole e caldo in Italia e nuvole e neve nella Savoia francese.
Purtroppo questo particolare fenomeno provoca un rapido scioglimento della neve e di certo non è positivo per le località sciistiche, ma se andiamo a trovare le cronache dell’800 registriamo già allora questo fenomeno anche nella città di Aosta. Spesso queste forti differenze bariche provocano anche la chiusura ad esempio del Tunnel del Monte Bianco per forti correnti dentro il traforo.
Questo fenomeno può avvenire in qualsiasi catena montuosa, accentuato in quelle più elevate, ma non è raro osservarlo anche sugli Appennini. Dunque facciamo sempre attenzione a distinguere fenomeni meteorologici locali, dalla climatologia e dal cambiamento climatico.