Published On: Gio, Gen 4th, 2024

Fossili di vermi “giganti” scoperti nella Groenlandia settentrionale

Nella località di Sirius Passet, situata nel nord della Groenlandia, sono stati identificati fossili di un nuovo gruppo di animali predatori, aprendo una finestra sul passato oceanico di oltre 518 milioni di anni fa. Questi imponenti vermi, denominati Timorebestia, rappresentano alcuni dei primi carnivori ad aver colonizzato le acque durante il Cambriano, rivelando una dinastia di predatori sconosciuta agli scienziati. Con pinne lungo i lati del corpo, una testa distintiva corredata da lunghe antenne, massicce strutture mascellari all’interno della bocca e una lunghezza che superava i 30 cm, questi esemplari di vermi dominavano come alcuni dei più grandi nuotatori del primo Cambriano. Il dottor Jakob Vinther dell’Università di Bristol, autore dello studio, spiega che questi predatori erano parenti lontani, ma stretti, dei vermi freccia, noti oggi come predatori oceanici più piccoli.

AL VERTICE DELLA CATENA ALIMENTARE

La ricerca rivela la complessità degli antichi ecosistemi oceanici, con una catena alimentare che supportava diversi livelli di predatori. I Timorebestia, giganti del loro tempo, erano posizionati vicino al vertice della catena alimentare, paragonabili agli squali e alle foche nei mari moderni.

Dentro i resti fossilizzati del sistema digestivo, i ricercatori hanno identificato i resti di un artropode nuotatore chiamato Isoxys. Morten Lunde Nielsen, collaboratore dello studio, sottolinea che questi artropodi erano una fonte di cibo per molti altri animali, nonostante le loro lunghe spine protettive.

NEL FUTURO…

Sia i vermi freccia che i Timorebestia erano i predatori dominanti negli oceani prima dell’ascesa degli artropodi. Questa dinastia potrebbe aver avuto una durata di circa 10-15 milioni di anni prima di essere sostituita da altri gruppi di predatori più riusciti.

Il team di ricerca esprime entusiasmo per ulteriori scoperte provenienti da Sirius Passet, una località remota. Grazie alla straordinaria conservazione del sito, si prevede che ulteriori dettagli anatomici, tra cui sistema digestivo, anatomia muscolare e sistema nervoso, saranno rivelati nelle prossime ricerche.

Lo studio completo è stato pubblicato sulla rivista Science Advances, offrendo un prezioso contributo alla comprensione degli antichi ecosistemi marini nel Cambriano inferiore.

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