Alluvione a Dubai: ecco perché il cloud seeding non c’entra
La cronaca degli ultimi giorni ha rivolto particolare attenzione all’alluvione che ha interessato Dubai, la città del Burj Khalifa. Un evento raro (oramai non più di tanto, come vedremo) che ha scaricato la quantità d’acqua che normalmente cade in un anno solare, e che si contrappone all’idea di una metropoli desertica.
La rarità del fenomeno ha portato gli stessi media a considerare la possibilità che questo possa essere stato causato dall’inseminazione delle nubi (cloud seeding in inglese), un progetto in atto da qualche decennio su quelle aree. Ma andiamo con ordine.
COS’E’ IL CLOUD SEEDING
La modificazione meteorologica consiste nel sparare particelle chimiche nelle nubi attraverso aerei e cannoni terrestri, al fine di creare nuclei di condensazione (goccioline d’acqua o di ghiaccio), attirando l’umidità che cade sotto forma di neve e pioggia. Per lo scopo viene utilizzato lo ioduro d’argento, ma può anche essere utilizzato ghiaccio secco e altri materiali. Il metodo, sperimentato per la prima volta negli anni ’40, divenne popolare negli Stati Uniti occidentali a partire dagli anni ’60, soprattutto per la neve.
Non può creare acqua da un cielo limpido: le particelle devono essere sparate in una nube temporalesca che trattiene già l’umidità, o per farla cadere più di quanto farebbe naturalmente. In base alla tecnica impiegata, le particelle possono essere iniettate direttamente nelle nubi, lasciate cadere al di sopra di esse oppure disperse al di sotto delle nuvole, affinché siano trasportate al loro interno dalle correnti ascensionali.
E’ una tecnica utilizzata dai governi delle regioni colpite dalla siccità: dagli Stati uniti occidentali agli Emirati Arabi, appunto, disposti ad investire milioni di dollari nella ricerca.
L’anno scorso il Bureau of Reclamation degli Stati Uniti ha speso 2,4 milioni di dollari per l’inseminazione delle nuvole lungo il fiume Colorado, ormai sfruttato. Lo Utah ha recentemente aumentato di dieci volte il budget per la semina.
PERCHE’ L’INSEMINAZIONE NON E’ RESPONSABILE DEL NUBIFRAGIO (SECONDO LA SCIENZA)
Secondo gli scienziati l’inseminazione delle nubi non ha il potere di far cadere acqua con un rain rate così elevato o con un quantitativo così abbondante. La precipitazione osservata nell’evento che ha interessato gli Emirati Arabi e paralizzato la circolazione a Dubai (infrastrutture a parte), invece, ha ben altre caratteristiche. Sebbene vecchia di decenni, l’inseminazione delle nubi è una pratica controversa nella comunità meteorologica perché è stato difficile dimostrare che abbia effetto. E in effetti il suo utilizzo, seppur risalente a decine di anni fa, non aveva mai causato precipitazioni degne di nota in maniera costante. Questo perché si tratta di esperimenti che interessano un’area molto piccola rispetto alle forze che regolano la circolazione generale dell’atmosfera di un sistema caotico.
“Se ciò fosse possibile – sostiene il meteorologo Ryan Maue, ex capo scienziato presso la National Oceanic and Atmospheric Administration – Dubai avrebbe risolto il problema della siccità“. Inoltre, i nubifragi che hanno interessato l’area erano stati previsti con diversi giorni d’anticipo, cosa che sarebbe impossibile fare attraverso il cloud seeding.
A tal punto che l’inefficacia ha portato a sviluppare tecniche recenti: una di queste è l’uso di acqua elettrostaticamente carica da spargere tramite aerosol nelle nubi, in modo che queste si fondano con le goccioline elettricamente negative. Altre soluzioni sono l’uso di scariche elettriche nelle nubi, le quali permettono di generare nel loro interno goccioline elettricamente positive e che poi si accoppiano con le corrispettive goccioline elettricamente negative.
Un’altra strada sperimentata è l’utilizzo di nanotecnologie, la cui caratteristica principale è quella di assorbire molta più umidità rispetto al semplice sale, facilitando così la formazione di gocce d’acqua.
Ulteriori soluzioni prevedono un migliore studio delle condizioni e previsione dei risultati, anche grazie all’uso dell’intelligenza artificiale.
CLIMA Vs METEOROLOGIA SINOTTICA
Per attribuire un evento meteorologico estremo come un’ondata di caldo o un evento meteorologico al cambiamento climatico è necessario effettuare uno studio di attribuzione. La scienza dell’attribuzione, quindi, fornisce un quadro metodologico per valutare il grado di influenza del cambiamento climatico su un evento meteorologico. Un compito che spetta agli scienziati della World Weather Attribution, specializzati in questo campo.
Dal punto di vista della meteorologia sinottica, tre sistemi di bassa pressione hanno determinato la formazione di una serie di tempeste lungo il jet stream (il fiume d’aria che muove i sistemi meteorologici) verso il Golfo Persico, causando esteso maltempo per contrasto di masse d’aria di diversa estrazione. “Enormi tempeste tropicali come questa non sono eventi rari per il Medio Oriente“, ha affermato la professoressa di meteorologia dell’Università di Reading Suzanne Gray. Ha citato un recente studio che analizza quasi 100 eventi di questo tipo nella penisola arabica meridionale dal 2000 al 2020, la maggior parte dei quali si è verificato a marzo e aprile, inclusa una tempesta del marzo 2016 che ha causato ben 240 mm su Dubai in poche ore.
“Quella parte del Medio Oriente non è soggetta a molte tempeste, ma quando accade, sono enormi e fanno impallidire ciò a cui è abituata la gente negli Stati Uniti“, ha detto Maue.
CONCLUSIONI
Secondo uno studio del 2021 è stato riscontrato un aumento statisticamente significativo della durata delle grandi tempeste sulla penisola arabica sud-orientale, suggerendo che tali eventi estremi potrebbero avere un impatto ancora maggiore in un mondo in via di riscaldamento.
Secondo la scienza l’inseminazione delle nubi non ha prodotto l’alluvione di Dubai. La teoria, divulgata dai media e dai negazionisti del clima, cerca di distogliere l’attenzione sul surriscadalmento di origine antropica che sta interessando il nostro pianeta.
“Concentrarsi sull’inseminazione delle nuvole è fuorviante“, ha affermato la climatologa dell’Imperial College Friederike Otto, a capo di un team che fa una rapida attribuzione degli estremi meteorologici per vedere se sono stati causato o meno dal riscaldamento globale. “Le precipitazioni stanno diventando molto più abbondanti in tutto il mondo man mano che il clima si riscalda, perché un’atmosfera più calda può trattenere più umidità.“
Credere di poter governare il tempo è esagerato. Stiamo alterando la nostra atmosfera su scale temporali lunghe, ma saper controllare le singole tempeste è pura pseudoscienza.