Published On: Sab, Apr 27th, 2024

Società e Ambiente: la rivoluzione tradita?

Sarà stata la pandemia, sarà forse solo una visione italocentrica, ma sembra che la direzione che aveva preso la nostra società, in termini di diritti umani, ambiente e energia, sembra essersi sfuocata. In questo 2024 pare che i tanti valori portati avanti da anni di battaglie di tanti attivisti, ma anche dalla politica sembrano indebolirsi. Intanto i fronti di guerra si stanno via via espandendo dall’Ucraina al Medio-Oriente e lo scacchiere internazionale sembra prepararsi al peggio. Gli equilibri in gioco appaiono sempre più delicati e sembra di fare un passo indietro, anzi tanti passi indietro verso un ritorno al passato.

Dal punto di vista ambientale, prima della pandemia, sembrava si fosse intrapreso un serio percorso di riduzione delle emissioni e di transizione energetica. Ricordate l’enfasi del Green Deal? Nel nostro Paese, ad esempio, si sono insidiati anche qui i fronti negazionisti sul clima, nonostante i dati climatici parlino chiaro anche in Italia; e di conseguenza ogni azione sulla riduzione delle emissioni climalteranti sono state sbeffeggiate e combattute, spesso con il supporto di una certa politica che ha sfruttato questa ondata populistica. Sarebbe invece stato opportuno per la politica dedicarsi alla difesa del suolo e alla protezione del territorio, ma questi aspetti di prevenzione difficilmente portano voti. Sull’auto elettrica, ad esempio, si è abbattuta, soprattutto in Italia, una tempesta di complotti e seppur siamo tutti coscienti che non sia la panacea di tutti mali, l’elettrico è certo una azione concreta per ridurre anche le emissioni nei centri urbani, non solo quelle climalteranti, ma anche quelle tossico nocive rilasciate dagli idrocarburi.

Sempre in tema di ambiente che fine ha fatto Greta Thumberg? L’attivista svedese, seppur stia continuando la sua attività di promozione delle azioni sul clima, è completamente sparita dai radar mediatici. Non fa più notizia il cambiamento climatico? Qualcuno ha sempre detto che la ragazzina svedese fosse mossa da altri, ma anche fosse così, di certo ha aiutato a smuovere certi argomenti e far sì che andassero sull’agenda di molti paesi. Anche in campo energetico sembrava che la transizione energetica fosse al primo punto fra le agende di tanti paesi, ma anch’essa sembra aver tirato il freno a mano (non dappertutto per fortuna). Finito forse l’effetto dei prezzi alle stelle dovute alla rinuncia del gas russo, ci si inizia a dimenticare e con la quantità di temi digeriti e sputati da media quotidianamente si passa da una emergenza all’altra in base a quanto possa risultare attraente in termini di viralità e di conseguente guadagno.

Passiamo all’istituzione europea, l’Unione. La generazione dei millenials è cresciuta a pane, Europa ed Erasmus. Con la caduta del muro di Berlino in Europa sembrava essere nato uno spirito nuovo di fratellanza. Quanto teorizzato dai grandi statisti europei, al chiudersi della tragedia della seconda guerra mondiale, sembrava prendere via via piede. Qualcosa però negli ultimi anni non ha funzionato, forse la troppa burocrazia di Bruxelles, forse un tentativo esterno di indebolire una Europa forte oppure una rinascita sotto le ceneri di tanti sovranismi nazionali? Forse tutte e tre le cose o forse c’è dell’altro. Ma probabilmente non si ha avuto il coraggio di fare un ulteriore passo avanti nel processo di unire il continente europeo in un grande paese federale. Il mondo si sta focalizzando su diversi poli: Cina, Russia, India, Stati Uniti. Ma i paesi europei singolarmente cosa possono fare contro lo strapotere di queste giovani e meno giovani super-potenze? La Gran Bretagna ha pensato addirittura di uscire dall’Unione ed è stato un duro colpo per il modello europeo, ma anche per la stessa Gran Bretagna che sta ancora subendo la sua uscita dal sistema europeo. (Reportage Brexit)

Se pensiamo alle prossime elezioni europee, per lo meno in Italia, non ci sono sul tavolo contenuti, ma solo propaganda politica e scontri tra fazioni. Troviamo per caso qualcuno che parla di temi che vuole portare in Europa e di cosa vorrebbe fare per rafforzare l’Unione affinché si portino avanti quei valori del dopo guerra? Solo pochissime eccezioni. Dunque quale è il valore aggiunto di una nuova Europa se non ci sono contenuti sul tavolo? Un altro mero scranno politico per occupare un posto? Difficile una risposta, ma ci sono molti segnali che purtroppo sia così. In generali i dati di affluenza agli appuntamenti elettorali lo dimostrano. La gente è sempre più disinteressata alla politica e sempre più distaccata dalla realtà al quale non vuole neppure prendere parte per disaffezione, delusione o peggio ancora disinteresse.

In generale nella società assistiamo sempre più a violenza inaudita e indifferenza. Quest’ultima, che era meno presente nella società di un tempo dove si faceva più comunità, oggi è uno dei peggiori mali che ci affligge. Siamo tutti sempre più isolati con il nostro smartphone, ci piace documentare quello che accade, ma poi restiamo indifferenti a ciò che ci succede davvero. Probabilmente l’aumento di contenuti violenti sui social ha esasperato ancora di più questa “sete” di violenza, soprattutto fra i più giovani e spesso è dettata dai futili motivi. La voglia di emulare, senza troppo pensare a quello che comporta una violenza gratuita, è sempre più diffusa.

Dunque davvero questa rivoluzione di civiltà che copriva temi a 360° è stata tradita da noi stessi? Stiamo andando davvero indietro e questo in pochissimo tempo? La guerra si espanderà in un pericoloso conflitto che minaccerà la sopravvivenza del genere umano? La crisi climatica ci costringerà a profondi mutamenti nel nostro quotidiano? Tutte domande a cui è difficile rispondere, ma al quale non possiamo sottarci perché riguardano tutti. Siamo tutti attori di questa decadenza e ce ne cibiamo tutti giorni, ma possiamo tornare ad essere protagonisti cercando nel nostro piccolo di fare qualcosa per una società migliore. Facile a dirsi, poi il divano, una serie TV e molti si “spengono” rinviando la “rivoluzione” a domani.

About the Author

- Ingegnere Ambientale, laureato presso il Politecnico di Torino, si è specializzato in difesa del suolo. Oggi si occupa di progettazione di impianti ad energia rinnovabile e di sviluppo sostenibile della montagna, con focus sulla mobilità elettrica. Volontario di Protezione Civile, ama la natura, ma anche i social media e la fotografia. Per compensare la formazione scientifica coltiva lo studio della storia e delle scienze politiche. * Contatti: giuseppe.cutano@geomagazine.it * * IG: @latitude_45