Il catalizzatore, 30 anni dopo
Marzo 1990. Copertina di un mensile automobilistico. Mi è caduto l’occhio su questo “highlight” in prima pagina: Catalizzatore: In Italia non piace perchè?
A quei tempi in Italia lo spauracchio era il catalizzatore, questo titolo ne è la dimostrazione.
Oggi però forse neppure più nessuno ricorda che le marmitte hanno tutte un catalizzatore e nessuno si sognerebbe mai di comprare un’auto specificatamente senza catalizzatore anche perché non esiste.
I benefici di questo filtro per l’ambiente sono stati davvero tanti e nessuno si sognerebbe di tornare indietro. Abbiamo però come società rimosso il tema.
Secondo i dati dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), tra il 1990 e il 2022 si sono registrate le seguenti riduzioni nelle emissioni:
• Composti organici volatili non metanici (COVNM): diminuzione dell’88,2%.
• Ossidi di azoto (NOx): riduzione del 70,9%.
• Monossido di carbonio (CO): calo del 92,4%.
• Particolato fine (PM2,5): riduzione del 64,7%.
Oggi credo si possa vedere in Italia una analogia con le auto elettriche. Le novità non piacciono mai così come lo fu il catalizzatore. Ma i cambiamenti sono spesso ineluttabili e non c’è polemica che tiene. Ricordate chi diceva che non avrebbe mai comprato un cellulare e ora sta ore e ore dietro ai social con lo Smartphone?
In Norvegia il 90% delle auto del 2024 sono state immatricolate elettriche. Qualcuno dirà…eh si ma la Norvegia…allora parliamo della Cina. Nel 2025 il 50% delle nuove sarà elettrico (o plug-in), 10 anni prima le più rosee previsioni dello stesso governo di Xi Jinping.