Published On: Dom, Ott 30th, 2022

La mandragora: pianta velenosa e “magica”

Le mandragore (o mandragole) sono delle piante appartenenti al genere Mandragora L., sono incluse nella famiglia delle Solanaceae, la stessa famiglia a cui appartengono diverse specie orticole come la patata e il peperone, oltre a diversissime specie velenose.

Non è raro leggere circa avvelenamenti dovuti alla mandragora, la quale spesso viene confusa con gli spinaci e alcune volte con la bietola. È notizia di qualche settimana fa la sospetta presenza di alcune foglie della mandragora in alcuni spinaci imbustati, poi subito ritirati precauzionalmente dalla commercializzazione, come pure di un caso di presunto avvelenamento riscontrato in alcuni soggetti che avevano acquistato degli spinaci sfusi, tuttavia in questo ultimo caso, secondo alcune fonti, le intossicazioni sarebbero potenzialmente da attribuire allo stramonio.

La mandragora è una pianta originaria dei paesi del mediterraneo, priva di fusto, con una evidente rosetta basale che cresce direttamente su una radice a fittone. I fiori hanno aspetto campanulato e portano a frutti sferici.

In foto una bellissima pianta di mandragora autunnale.

È pianta legata a numerose superstizioni, ciò è dovuto anche all’aspetto delle sue radici, che spesso hanno aspetto antropomorfo. Nella commedia di Shakespeare “Romeo and Juliet”, Giulietta teme che, dopo aver bevuto la pozione a base di mandragora, che la farà cadere in un sonno profondo, si risveglierà in una tomba ove ascolterà gli spiriti dei morti; paragonati da Giulietta a “quelle grida che paiono di mandragora divelte dalla terra, e che farebbero impazzire i vivi”.

Si credeva, infatti, che una volta estirpata dal suolo la mandragora urlasse facendo impazzire gli estirpatori e che quindi per evitare che ciò accadesse si dovesse fare un preciso rituale: ovvero la pianta doveva essere legata a un cane nero che, opportunamente spaventato, scappava via estirpandola, allorché, una volta sradicata, la pianta emetteva delle tremende grida che provocavano la morte del povero cane.

In antichità si pensava anche che possedesse proprietà afrodisiache e per questo si preparavano con la stessa delle pericolosissime pozioni per combattere la sterilità. Attualmente, data la sua tossicità, il suo uso erboristico è assolutamente vietato, alcuni suoi principi attivi farmacologici vengono utilizzati con dosaggi opportuni dall’industria farmaceutica.

Anche durante il film Harry Potter la mandragora la fa da protagonista, insomma è una pianta davvero famosa, una pianta “magica”, in molti casi purtroppo tristemente famosa proprio per i suoi effetti tossici, alcune volte letali, dovuti alla sua assunzione. Tutte le parti della pianta sono tossiche.

I principi attivi che causano l’avvelenamento sono gli alcaloidi tropanici, tipicamente presenti in molte Solanaceae. Alcuni di questi principi attivi presenti nella mandragora sono l’atropina, la ioscina e la cuscoigrina (mandragorina), ecc.

Questi principi attivi sono degli anticolinergici – in particolare antimuscarinici – che causano diversi sintomi: midriasi, secchezza delle fauci, mente offuscata, febbre, costipazione, aumento di pressione sanguigna, tachicardia, ecc.  

Attenzione: gli impieghi farmaceutici, fitoterapici ecc. sono riportati a scopo meramente informativo; si declina pertanto ogni responsabilità sugli utilizzi a scopo curativo, cosmetico, alimentare o qualsiasi altro tipo di utilizzo.

 

Bibliografia

  • Bulgarelli, G., & Flamigni, S. (2010). Le piante tossiche e velenose. Hoepli editore.
  • Capasso, F., R. de Pasquale and G. Grandolini (2011). Farmacognosia: Botanica, chimica e farmacologia delle piante medicinali, Springer Milan.
  • Dauncey, E. A., S. Larsson and M. Traini (2018). Piante che uccidono. Gli effetti tossici delle piante più velenose del mondo. Ediz. illustrata, Ricca.
  • Spohn, M., Spohn, R., & Traini, M. (2014). Riconoscere i fiori spontanei d’Italia e d’Europa. Ricca.

Sitografia

https://www.actaplantarum.org/forum/viewtopic.php?f=95&t=7591

Immagini

Mandragora autunnale, foto di Manuél Marra & Geomagazine.it ©

About the Author

- Laureato in Scienze Naturali con indirizzo in conservazione delle natura e delle sue risorse presso l'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, attualmente lavora per Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) come operatore didattico Oasi Lipu Gravina di Laterza. Ha ottenuto sempre presso l'Ateneo barese il titolo di dottore di ricerca in Scienze Ambientali ed è Guida Ambientale Escursionistica associata AIGAE. Contatti: manuel.marra@geomagazine.it