Sisma Stretto: una grande simulazione di Protezione Civile testa per la prima volta IT-ALERT
Per tutti lo Stretto è quel tratto di mare, di circa 3 km (nel tratto più corto), che separa la Sicilia dal continente. Di questa zona molto particolare del nostro Paese il tema più dibattuto da decenni è quello del Ponte. Su GeoMagazine.it abbiamo lanciato una proposta alternativa a questo progetto di collegamento stabile che fino ad oggi non ha mai visto la luce e chissà se la vedrà mai. Dello Stretto si ignorano però diverse cose. La prima che è una area protetta della Rete Natura 2000 e la seconda che vi è una importante faglia che lo rende una delle aree più sismiche al mondo.
Il terremoto del 1908, con circa 80.000 vittime, ne è la testimonianza di questa alta sismicità. In quell’evento fu raggiunta una delle magnitudo più alte registrate in Italia pari a 7,1 M. In quell’occasione furono gravemente danneggiate Reggio e Messina così come diversi comuni dell’area dello stretto. I danni sono stati duplici in primis per la scossa di terremoto e poi per il maremoto.
Vista l’alta pericolosità della zona, in questi giorni, è stata organizzata una delle più imponenti esercitazioni di Protezione Civile coordinata dal Dipartimento Nazionale e denominata “Sisma dello Stretto EXE 2022”. L’esercitazione ha coinvolto due regioni, Sicilia e Calabria e 56 comuni (37 calabresi e 19 siciliani) e ha visto in campo oltre 3.500 operatori fra tecnici, oltre 3.000 fra i volontari e circa 2.000 persone operative da remote. Dunque i numeri sono davvero ingenti per una esercitazione.
In questa occasione siamo stati sul campo a vedere le attività dell’esercitazione. Lo scenario prevedeva che nello Stretto si fosse generato un sisma 6.0 con generazione di maremoto. Così per la prima volta in Italia si è sperimentato il sistema IT-ALERT, un sistema di messaggistica che avvisa dell’emergenza. Alle 10:19 abbiamo ricevuto anche noi il messaggio di allerta maremoto sul nostro cellulare. L’avviso ha coinvolto circa 500.000 persone inviando a tutti i cellulari presenti nelle celle telefoniche dell’emergenza simulata un messaggio. Nonostante avessimo il silenzioso il cellulare ha fatto un suono di emergenza ben udibile. Come saprete un maremoto non è immediatamente contestuale al terremoto, ma c’è un tempo di latenza che, se avvisati per tempo, permette di allontanarsi dalla vicinanza al mare e mettersi in sicurezza. Con l’occasione ricordiamo che in caso di avviso maremoto (o comunque dopo un forte sisma) dobbiamo allontanarci dal mare cercando di salire in posti elevati e lasciando l’auto dove è perché potrebbe invece metterci in trappola.
Il sistema IT-ALERT ha nuovamente suonato alle 12:42 per segnalare la conclusione della sperimentazione del servizio di messaggistica. All’interno del programma di simulazione ci sono state tante attività correlate di formazione e didattica per i cittadini affinché si diffonda la consapevolezza dei rischi a cui siamo sottoposti. Sul lungomare di Reggio Calabria è stata allestita la mostra “Terremoti d’Italia”, che durerà per tutto il mese di novembre, e dove è possibile parlare con i volontari di protezione civile e testare gli effetti del sisma con alcuni simulatori. Certamente un momento importante per cittadini e turisti che possono scoprire le attività di prevenzione che vengono fatte sul tema.
Come dicevamo il progetto ha coinvolto diversi comuni e noi ci siamo spinti fino a Bova, nel cuore dell’Aspromonte, comune fra i borghi più belli d’Italia all’interno della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Bova è una minoranza linguistica dove oltre all’italiano è ufficiale anche il greco di Calabria. Qui è stato allestito un C.O.C, Centro Operativo Comunale, che come prassi si attiva sempre nelle emergenze. Ci hanno accolti calorosamente il sindaco Santo Casile e i suoi tecnici per raccontarci come era stata organizzata la cosa. L’amministrazione comunale ha simulato l’emissione di diverse ordinanza a seguito del sisma simulato prevedendo azioni sulla gestione dell’emergenza e sul recupero delle macerie. Il Comune era anche presidiato da un gruppo di volontari di Protezione Civile.
Siamo poi scesi a valle nel Comune di Bova Marina dove è stato allestito un campo per sfollati. Qui sono state predisposte dai volontari tende per il pernotto, cucina da campo, mensa, e soprattutto delle unità di ICT (comunicazione). Queste unità sono in grado di ricreare, grazie a sistemi satellitari, una rete interna al campo dove è possibile utilizzare internet, reti telefoniche VOIP e sistemi informatici. Il sistema permette di rompere l’isolamento in una area che post sisma sarebbe certo scollegata dal mondo a causa dei danni alle reti telefoniche ed elettriche.
Le attività sulle due sponde dello stretto sono state tantissime nei tre giorni di esercitazione. Fra le tante, interessanti è anche il coinvolgimento dei beni culturali per la gestione di eventuale recupero dei Bronzi di Riace. Ma tante sono state soprattutto le attività di test di soccorso in vari ambiti per il recupero di dispersi in mare oppure di salvataggi a causa di infrastrutture danneggiate come gallerie ecc. Visti gli importanti rischi naturali a cui è sottoposto il nostro Paese queste esercitazioni sono molto importanti, in primis per testare l’efficienza dei soccorsi, ma anche per formare i cittadini e renderli parte attiva con buone pratiche di prevenzione.
Fonti Consultate: Dipartimento Nazionale di Protezione Civile