Le scie di condensazione rappresentano un problema ambientale
Le scie di condensazione sono quelle sottili linee di colore bianco che notiamo nel cielo al passaggio degli aereoplani. Sono nubi artificiali dovute alla rapida condensazione in ghiaccio del vapore acqueo presente nei gas di scarico del velivolo durante la navigazione in alta quota, la cui persistenza e l’espansione dipendono dalla presenza di sufficiente umidità alla quota di volo. Esse si suddividono in scie di gas di scarico, di convezione e di origine aerodinamica.
UN PROBLEMA AMBIENTALE
Le prime osservazioni risalgono alla prima guerra mondiale, ma dalla seconda metà degli anni ’90 sono oggetto di complottismi che le descrivono come scie chimiche, ossia rilasci di ipotetiche sostanze chimiche o biologiche su aree abitate. Si tratta naturalmente di teorie prive di riscontri scientifici, anche se le compagnie aeree e i ricercatori di tutto il mondo stanno giungendo alla conclusione che le scie di condensazione potrebbero avere un impatto importante sul riscaldamento globale. Secondo uno studio dell’Unione Europea che ha misurato più di un decennio di voli aerei, potrebbero rappresentare un fattore più significativo del biossido di carbonio o di altre emissioni. Insomma, rappresenterebbero un vero e proprio problema ambientale.
LE COMPAGNIE AEREE ORA AMMETTONO IL PROBLEMA
I viaggi aerei, secondo gli ultimi dati, contribuiscono al riscaldamento globale più del doppio di quanto precedentemente ipotizzato e le compagnie aeree, tra cui quella di Fort Worth e la Southwest di Dallas, stanno cercando di comprendere l’ordine di gravità tra le varie scie esistenti.
Appurati i dati, United Airlines, Alaska Airlines e Virgin Atlantic, stanno collaborando con il Rocky Mountain Institute, con i produttori di aerei Boeing e Airbus e con Google Research, per cercare di risolvere il problema. Anche la Delta Airlines, con sede ad Atlanta, ha annunciato una partnership con il MIT.
L’industria del trasporto aereo ha fissato obiettivi ambiziosi negli ultimi anni. American Airlines e Southwest Airlines hanno fissato al 2050 l’obiettivo di eliminare completamente le emissioni.
Ad oggi, la maggior parte delle riduzioni delle emissioni sono state ottenute utilizzando motori più efficienti in termini di consumo di carburante, in attesa dell’emergere di un’industria del carburante per aviazione sostenibile che utilizzi oli riciclati, in attesa della ricerca sull’idrogeno e sui motori elettrici.
La scelta di intervenire deriva da una visione più nitida in merito alla scienza delle scie, diventata più chiara solo negli ultimi anni. Circa il 65% dei jet che volano ad altitudini di crociera da 30.000 a 38.000 piedi creano scie di condensazione, ma la maggior parte di queste si dissolve in pochi minuti e ha un effetto di riscaldamento minimo, secondo Delta. Circa il 10% sono formazioni di scie di condensazione “persistenti” che non si dissolvono per ore.
LA FORMAZIONE DELLE SCIE DI CONDENSAZIONE
Le scie di condensazione si formano più facilmente ad altitudini elevate, dove l’aria è rarefatta. Ma la produzione dipende da una varietà di fattori, tra cui temperatura, altitudine e umidità. Le scie che producono un danno ambientale maggiore sono quelle prodotte di notte, quando la terra si raffredda in assenza della luce solare. Le nubi artificiali a quell’altitudine possono amplificare il fenomeno dell’effetto serra, intrappolando parte del calore.
“I piloti e le compagnie aeree sanno in linea di massima come evitare di creare scie di condensazione, ma ci sono altri fattori che entrano in gioco nella pianificazione di un volo“, ha affermato Helen Giles, direttore della sostenibilità ambientale di Southwest Airlines. “Le stesse compagnie devono tenere conto del meteo, della potenziale turbolenza e della velocità“, ha aggiunto. “Quindi, il piano di volo basato sull’evitare la produzione di scie comporterebbe uno spreco di carburante“. Inoltre, le previsioni sulla loro formazione non sono sempre perfette a causa della quota e della velocità di crociera, divenendo più difficile di quanto si creda.
GLI OBIETTIVI
Ora, il piano è quello di utilizzare l’imaging satellitare e i sensori degli aeroplani per capire quando gli aerei stanno creando scie di condensazione e dopo quanto tempo si dissolvono. Quindi capire quali condizioni creino il maggior numero di scie di condensazione e combinarle con i dati su tempo, turbolenza, velocità e altri fattori; perché è davvero difficile valutare l’impatto del forcing radiativo rispetto all’anidride carbonica dovuta alla combustione del carburante.
Southwest sta formando una squadra che include piloti, spedizionieri e pianificatori di rete oltre a esperti ambientali. Alla fine, sperano di coinvolgere la Federal Aviation Administration e altri regolatori che svolgono un ruolo importante nel volo. La speranza è quella di evitare la formazione di scie di condensazione attraverso modeste modifiche all’altitudine di volo.
Il processo di apprendimento è appena cominciato.