Published On: Gio, Feb 9th, 2023

Un nuovo sistema di anelli scoperto alla periferia del sistema solare

Grazie ad una ricerca di un team internazionale di astronomi, pubblicata su Nature, si è scoperto che il pianeta nano Quaoar, ai margini del nostro Sistema Solare, possiede un sistema di anelli.
La particolarità di tali anelli è quella di orbitare molto più lontano di quanto sia tipico di altri sistemi, mettendo in discussione le attuali teorie sulla loro formazione.

LA SCOPERTA

Poiché il sistema di anelli di Quaoar è troppo piccolo e debole per essere visto direttamente in un’immagine, esso è stato scoperto attraverso l’occultazione di una stella di fondo campo da parte dell’oggetto transnettuniano, che ha dimensioni pari a 2/3 di Plutone.
Per far ciò, è stata utilizzata Hipercam, una fotocamera estremamente sensibile, sviluppata dagli scienziati dell’Università di Sheffield e montata sul più grande telescopio ottico del mondo, il Gran Telescopio Canarias di 10,4 metri di diametro.
L’evento è durato meno di un minuto, ma è stato inaspettatamente preceduto e seguito da due buchi di luce, indicativi di un sistema ad anello attorno al pianeta nano.

UN SISTEMA ATIPICO

I sistemi ad anello sono relativamente rari nel sistema solare. Oltre ai ben noti anelli attorno ai pianeti giganti Saturno, Giove, Urano e Nettuno, solo altri due pianeti minori li possiedono: Chariklo e Haumea. Tutti i sistemi di anelli precedentemente noti sono in grado di sopravvivere perché orbitano vicino al corpo, in modo che le forze di marea impediscano al materiale dell’anello di accrescersi e formare satelliti naturali.

Rappresentazione di Quaoar con il sistema di anelli – Credit: Osservatorio di Parigi

Ciò che rende interessante il sistema di anelli attorno a Quaoar è che si trova a una distanza di oltre sette raggi planetari, il doppio di quello che in precedenza si pensava fosse il raggio massimo secondo il cosiddetto “limite di Roche“.
Per confronto, gli anelli principali attorno a Saturno si trovano entro tre raggi planetari. Questa scoperta ha quindi imposto un ripensamento sulle teorie della formazione.
Lo studio ha coinvolto 59 accademici di tutto il mondo, guidati dall’Università Federale di Rio de Janeiro in Brasile.

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.