Published On: Sab, Nov 18th, 2023

Gli inaspettati ghiacciai salati di Mercurio

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Il Planetary Science Institute ha annunciato una straordinaria scoperta che potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione di Mercurio. Gli scienziati hanno individuato prove di potenziali ghiacciai salati sul pianeta più vicino al Sole, aprendo una nuova frontiera nell’astrobiologia e rivelando un ambiente volatile che potrebbe condividere caratteristiche di abitabilità con le località più estreme della Terra.

La scoperta sfida le attuali concezioni, consolidando l’idea che il pianeta potrebbe non essere privo di sostanze volatili. L’autore principale dell’articolo, Alexis Rodriguez, con la collaborazione di Deborah Domingue, Bryan Travis, Jeffrey S. Kargel, Oleg Abramov, John Weirich, Nicholas Castle e Frank Chuang, sottolinea quindi come le aree sotterranee potrebbero essere più ospitali di quanto suggerisca la sua superficie dura.

Il pianeta Mercurio

La ricerca rivela che i ghiacciai mercuriani, distinti da quelli terrestri, hanno origine da strati ricchi di volatili profondamente sepolti, esposti dagli impatti di asteroidi. I modelli suggeriscono che il flusso di sale ha giocato un ruolo cruciale nella loro formazione e che, dopo la creazione, hanno mantenuto sostanze volatili per oltre un miliardo di anni.

Uno degli aspetti interessanti della scoperta è la complessa configurazione di cavità nei ghiacciai. Esse formano pozzi di sublimazione diffusi, suggerendo la ritenzione di una composizione ricca di volatili. Questa scoperta rivoluzionaria allarga la nostra comprensione del primo pianeta del sistema solare, svelando un passato nascosto e offrendo chiavi preziose per comprendere le dinamiche planetarie e la potenziale abitabilità in ambienti estremi del nostro sistema planetario.

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.