Le variazioni del campo magnetico: l’escursione di Laschamps
Le recenti scoperte presentate durante l’Assemblea generale dell’Unione europea delle geoscienze rivelano una panoramica affascinante delle variazioni nel campo magnetico terrestre e delle loro implicazioni per la nostra biosfera e il clima spaziale.
Il campo geomagnetico che avvolge il nostro pianeta ci protegge dalle radiazioni cosmiche e dalle particelle cariche scagliate dal vento solare. Tuttavia, esso non è così stabile come potremmo credere, a tal punto che una sua diminuzione che risale 41.000 anni fa, permise ai raggi cosmici di bombardare il nostro pianeta.
In effetti il nord magnetico subisce un’oscillazione che gli permette di allontanarsi dal nord geografico, ed occasionalmente si ribalta. Durante queste inversioni, il nord diventa sud, il sud diventa nord e, nel processo, l’intensità del campo magnetico diminuisce.
L’evento avvenuto 41 millenni fa, definito l’escursione di Laschamps, è forse quello meglio studiato. Il suo nome si deve alle scoperte effettuate sui flussi di lava di Lashamps, un villaggio nel distretto francese di Clermont-Ferrand.
PERCHE’ SI VERIFICANO PERIODICI RALLENTAMENTI?
Periodi di bassa intensità del campo magnetico potrebbero essere correlati a grandi sconvolgimenti nella biosfera. Gli scienziati riescono ad individuarli misurando i radionuclidi cosmogenici nei nuclei del ghiaccio e dei sedimenti marini. Questi speciali isotopi sono prodotti dall’interazione tra i raggi cosmici e l’atmosfera terrestre; nascono dai raggi cosmici, quindi sono cosmogenici.
Tempi di minore intensità del campo paleomagnetico – meno schermatura – dovrebbero essere correlati a tassi più elevati di produzione di radionuclidi cosmogenici nell’atmosfera.
Le variazioni nei radionuclidi cosmogenici come il berillio-10 forniscono un indicatore indipendente di come è cambiata l’intensità paleomagnetica della Terra. Infatti, Sanja Panovska, ricercatrice presso GFZ Potsdam, in Germania, ha scoperto che il tasso medio di produzione di berillio-10 durante l’escursione di Laschamps era due volte superiore alla produzione odierna, il che implica un’intensità del campo magnetico molto bassa. Le sue ricostruzioni mostrano che durante l’escursione di Laschamps, la magnetosfera si è ridotta quando il campo è diminuito drasticamente, “riducendo così la schermatura del nostro pianeta“, ha detto.
“Comprendere questi eventi estremi è importante per il loro verificarsi in futuro, per le previsioni sul clima spaziale e per valutare gli effetti sull’ambiente e sul sistema Terra“, ha concluso la ricercatrice.