Published On: Sab, Giu 15th, 2024

Possono i vaccini ad mRNA aiutare nella cura contro il cancro?

La pandemia ed il coronavirus hanno acceso i riflettori sulla molecola di RNA messaggero, ovvero la molecola che permette alle nostre cellule di produrre proteine secondo le istruzioni ricevute dal DNA. E’ storia il fatto che milioni di persone in tutto il mondo hanno ricevuto una dose di vaccino ad mRNA per proteggersi e proteggere la popolazione dall’infezione causata dal SARS-CoV-2 (COVID-19). In molti si sono chiesti il perché un vaccino con caratteristiche completamente nuove sia stato rivelato ed usato in brevissimo tempo (dopo pochi mesi dall’inizio del diffondersi del COVID-19), ma in altrettanto pochi sanno che il vaccino ad mRNA era oggetto di studio già da anni per un altro tipo di cura, ovvero per provare a curare alcuni tipi di tumore.


Ebbene sì, il fatto che il vaccino ad mRNA sia arrivato nei nostri ospedali cosi in fretta è proprio perché la sua tecnologia era già stata messa appunto e così è stato più facile provare ad usare lo stesso vaccino per provare a limitare gli effetti della pandemia sulla popolazione globale.
Infatti da anni i vaccini ad mRNA fanno parte di studi preclinici e trial clinici, quindi sono già presenti nelle corsie di alcuni ospedali e alcuni pazienti hanno già ricevuto questa nuova tecnologia. Infatti il vaccino ad mRNA è ben tollerato dai pazienti e la sua produzione su larga scala puo’ essere più rapida rendendo questo nuovo vaccino un futuro ottimo alleato per trattare i tumori, tra questi: tumore al pancreas, tumore del colon retto e melanoma. In passato ed ancora oggi i vaccini, non ad mRNA, sono stati utilizzati come metodo preventivo, il miglior esempio risulta il vaccino contro il Papilloma Virus. Ovvero vi è la possibilità utilizzando un vaccino di esporre il corpo umano ad una piccola quantità di virus per prevenire gli effetti di un’ eventuale futura infezione da parte dello stesso virus. Il vaccino contro il Papilloma Virus risulta un buon metodo di trattamento anche per i pazienti e le pazienti già affetti da tale patologia.


La differenza col vaccino ad mRNA sta nel fatto che quest’ultimo potrebbe essere utilizzato per pazienti in cui è già stato diagnostico un tumore e questo potrebbe essere somministrato come singolo trattamento oppure in combinazione con altri farmaci per poter attaccare i tumore su più’ fronti.
Allora cerchiamo di capire insieme come funzionano questi vaccini ad mRNA a scopo terapeutico. Una volta iniettato il vaccino, l’mRNA presente in esso verrà inglobato in alcuni tipi di cellule (specialmente quelle che fanno parte della risposta immunitaria). L’mRNA, entrato nelle cellule, le stimolerà il sistema immunitario a ricercare alcune caratteristiche delle cellule tumorali, riconoscerle ed infine eliminarle. In questo modo il vaccino ad mRNA dovrebbe funzionare come un libretto di istruzioni per il sistema immunitario per riuscire a riconoscere meglio ed in maniera più rapida, le cellule che risultano tumorali e diverse dalla cellule sane.


Questa tecnologia rivoluzionaria potrebbe rivelarsi fondamentale anche per future cure personalizzate ovvero la possibilità di trattare pazienti diversi con altrettanti farmaci/vaccini diversi che possano avere caratteristiche specifiche per ogni paziente.
Sono in corso dozzine di clinical trials in cui i vaccini ad mRNA sono usati per curare pazienti ed in cui e’ stata dimostrata la loro efficacia, ma ad oggi non c’è ancora stata l’approvazione per procedere all’utilizzo di questi vaccini come cura per i pazienti oncologici perché vi sono richiesti ulteriori studi.
Tuttavia, con l’ottimizzazione della struttura, della stabilità e dei metodi di somministrazione del vaccino ad mRNA e con i vantaggi associati delle preparazioni personalizzate, dei bassi costi di produzione, i vaccini ad mRNA stanno raggiungendo il loro potenziale come futura strategia cruciale per il trattamento del cancro.

Fonti Consultate:

https://www.cancer.gov/news-events/cancer-currents-blog/2022/mrna-vaccines-to-treat-cancer

https://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045(22)00372-2/fulltext

About the Author

- Ricercatrice biomedica presso un centro di ricerca di Cambridge (UK) si occupa di ricerca in campo oncologico. Laureata in Biotecnologie all’Università di Torino e dottorato di ricerca all’Università di Udine, si occupa anche di divulgazione scientifica e social media.