Affitti brevi – Un fatto di cronaca
Un fatto di cronaca nera porta oggi alla luce una tendenza che, ormai da anni, sta impoverendo il tessuto sociale italiano: gli affitti brevi. Una ragazza di Lecce, che amava viaggiare, pernottando solo per una notte in una struttura privata è stata vittima di un incidente domestico, ed è morta a causa del divampare di un incendio.
Innanzitutto è necessario il cordoglio per la giovane vita spezzata, e, un secondo dopo, una fredda analisi sulla dinamica degli affitti brevi: spesso unità locative improvvisate, poco controllate, con arredi, corredi e impianti fatiscenti o non a norma diventano cespiti messi a reddito per persone di passaggio. Da un lato si massimizza, in una giungla di regole, un bene su cui si investe poco o nulla, dall’altro si tengono in ostaggio stabili che non entrano nel circuito normale delle locazioni, portando i prezzi alle stelle per studenti e famiglie. Tutto questo ad opera di privati cittadini, aspiranti piccoli imprenditori, che nel contesto liberista deregolamentato realizzano buoni utili, poco tassati. L’indotto di queste attività è scarsissimo: attività spesso “a nero” per le pulizie, non di rado svolte da anziani parenti anch’essi messi a rischio quando non sfruttati, e ricadute negative sulla socialità di interi quartieri, svuotati di residenti e infarciti di avventori caduti nella spirale dei non luoghi. Proprio sui non-luoghi di Augè scrissi in tempo di pandemia (www.geomagazine.it/2021/01/29/the-terminal-i-non-luoghi-ai-tempi-della-pandemia/) ed ora li ritrovo nel Nuovo Mondo che non si è mosso di una virgola da quella direzione ostinata e tracotante, che non ha messo proprio nulla in discussione.