Il mondo è cambiato?
Forse il mondo come lo conoscevamo fino a poco tempo non esiste più. Sembrava che la società civile stesse facendo dei passi da gigante, in termini culturali, invece basta aprire un giornale per capire che forse si stanno facendo enormi passi indietro. Chissà se forse la pandemia è la causa di questo cambiamento? Se pensiamo al 2019 sembra di parlare di decenni fa, mentre sono passati appena 5 anni.
Erano gli anni in cui l’Europa sembrava aver preso la strada del “Green deal” e di una storica svolta verso la transizione ecologica. A distanza di 5 anni sembra invece che quel modello stia scricchiolando, ma forse ci fa capire che l’Unione Europea non è ancora politicamente forte per guidare il cambiamento del mondo in campo ambientale e non solo. Di certo i cambiamenti climatici e l’inquinamento, causa di enormi danni alla salute, non aspetteranno che le istituzioni decidano quando è meglio ridurre le emissioni e come.
Se pensiamo invece a cosa accade al di là dell’Atlantico e alle dichiarazioni del neo eletto presidente degli Stati Uniti Trump sembra di essere tornati agli anni degli imperialismi del ‘900. “Ci prenderemo la Groenlandia” è una delle tante uscite del presidente americano. Molti scommettevano che Trump sarebbe stato il fautore della pace fra Ucraina e Russia. Di certo si è messo subito a lavoro, ma quello che sta facendo passare è che l’aggressore Putin è in realtà una vittima. Ed è tutto vero e non è frutto dell’intelligenza artificiale. Quest’ultimo uno strumento che può diventare molto pericoloso in questo assopimento delle masse.
Forte è la recrudescenza dell’odio del “diverso”. La violenza dilaga a tutti i livelli, sia verbale che fisica e soprattutto nei più giovani. Sembra che il razzismo sia tornato di moda, ma forse era soltanto assopito e c’è chi aspettava questo momento per ritornare a galla anche grazie alla politica che cavalca questo sentimento. Ma come sappiamo la storia ci insegna che è facile trovare un capro espiatorio per nascondere altri problemi in particolari momenti di crisi. Credo che questa sia una crisi culturale che vede per la prima volta negli ultimi decenni fare una pericolosa inversione.
In ultimo ci mancavano gli interessi privati chiaramente al potere. Un tempo per lo meno stavano più dietro le quinte. Invece Musk e sue le ingerenze nel governo americano e non solo sono una novità. L’imprenditore americano, che sembrava essere votato alla modernità, sembra invece cavalcare un becero populismo fatto di xenofobia e retaggi del passato. Tutto questo possedendo social e avendo migliaia di seguaci. Anche i social stessi che hanno tanto rivoluzionato il mondo in bene per molti aspetti, stanno diventano uno strumento di controllo di massa (a scopi commerciali) e di distrazione dove qualunque messaggio può diventare virale anche se pericoloso e condito di fake news.
In ultimo sono tanti i paesi del mondo e anche quelli cosiddetti “sviluppati” che hanno personaggi al potere da diversi lustri. La democrazia può essere tale solo quando c’è un ricambio fra i vertici. Due mandati, come per ora sembrano avere gli USA, sono il giusto tempo affinchè un gruppo di persone guidate da un leader abbiano la motivazione giusta per governare.
Per chi crede ancora nei valori europei che incarnano i valori più profondi della libertà, della pace fra i popoli e della continua ricerca scientifica può solo sperare in una presa di coscienza del nostro continente. Bisogna evitare che diventi nuovamente il boccone da spartire fra USA e Russia e non solo. Orwell e il suo 1984 continua ad essere attualissimo, ma forse la realtà ha superato la fantasia dello scrittore inglese dei primi del novecento.