Magna Grecia: gli “Stati Uniti” dell’antichità
Qualcuno ricorderà il motto dei giochi olimpici di Atene 2004 che recitava “La storia ripete se stessa“. I giochi, dopo 108 anni dalla prima edizione di quelli moderni (1896) e dopo millenni da quelli dell’antichità, tornavano nella loro madrepatria, la Grecia. La storia dell’uomo è piena di esempi di avvenimenti storici che con similitudine si sono ripetuti in diverse epoche, quindi non si sbaglia a dire che la storia ripete se stessa. Purtroppo sono stati a volte anche ripetuti gli stessi errori. Vedi le tragiche invasioni della Russia in inverno.
Paradossalmente, anche grazie a tanti film e a fatti comunque avvenuti abbastanza recentemente, è probabilmente più nota la nascita degli Stati Uniti d’America che forse non la storia di casa nostra. Siamo a cavallo fra il 1700 e il 1800, in piena epoca coloniale. In Europa le grandi nazioni europee già consolidate iniziavano a cercare degli “spazi vitali” e andarono ad impadronirsi delle terre dei nativi americani.
Francesi, olandesi e sopratutto inglesi andarono alla conquista degli attuali Stati Uniti e via via si stabilirono formando delle vere e proprie colonie. Le stesse colonie che a fine ‘700 ottennero con una guerra l’indipendenza dalla madre patria, il Regno Unito. Ci furono anche guerre interne fra le diverse ex colonie inglesi che portano alla nota Guerra di Secessione (fine ‘800) fra le ex colonie del Nord e quelle del Sud e da li in poi gli “States” videro via via un tale sviluppo da portare le ex terre satellite del Regno Unito a diventare di fatto la prima potenza mondiale, superando di gran lunga la madrepatria.
Ben 2.000 anni prima, nel Mediterraneo, successe qualcosa di simile. Intorno al 700 a.C la Grecia era tutta una costellazione di città-stato. Se ne contavano a decine sulla penisola e sulle isole e fra le più note di certo c’erano Sparta e Atene. Le città greche via via si espansero e si iniziarono a creare tensioni fra di esse per via della la necessità di espandere i propri commerci e la propria influenza. Fu così che si iniziò a guardare ad ovest, verso quell’altra penisola, quella terra sconosciuta, ma vicina chiamata oggi Italia, che fu il “West” dell’antichità. Di fatto la situazione fu molto simile a quello che successe in Europa nel ‘700. Considerando le tecnologie navali di allora, il mar Jonio, che fu quello che segnò i maggiori spostamenti dalla Grecia, potrebbe essere paragonarlo all’Oceano Atlantico durante il colonialismo.
Così, partendo da varie aree della Grecia, si partii ad esplorare le terre del Sud Italia e si iniziarono a fondare nuove città moderne assoggettando i nativi dell’epoca che avevano ancora una struttura tribale. In poco tempo le colonie si moltiplicarono e le prime città fondate si espansero e se ne fondarono di nuove, le cosiddette sub-colonie. I coloni mantennero stretti contatti con la madrepatria Grecia, sopratutto dal punto di vista commerciale, ma via via le colonie aumentarono il prestigio, diventando sempre più centro di innovazione sia culturale che amministrativa globale.
Locri, Sibari e Crotone, nella attuale Calabria, diventano i centri più fiorenti, Taranto in Puglia, Poseidonia (oggi Paestum) in Campania, Metaponto in Basilicata per citarne qualcuno oppure Siracusa in Sicilia. In realtà l’isola siciliana, da alcuni storici, non viene considerata Magna Grecia per il fatto di non aver tenuto stretti contatti con la madrepatria come il resto delle aree del sud Italia. Anzi, la stessa Siracusa entrò in conflitto con Atene la quale decise di mandare un plotone per recuperare il prestigio della madrepatria, ma gli ateniesi dovettero tornare a casa battuti. Non andò in modo molto diverso con le truppe inglesi in USA, quando gli “americani” si ribellarono agli inglesi. Le stesse colonie magnogreche andarono anche in guerra fra loro, come nella battaglia fra Crotone e Sibari, quest’ultima assoggetta alla città pitagorica che espanse la sua influenza per un lungo periodo su gran parte della Magna Grecia. Anche qui di fatto accadde un pò come nella di guerra di secessione americana.
Nelle colonie fu un fiorire di eccellenze in una sorta di Silicon Valley ante litteram. Qui trovarono spazio grandi idee e gli Steve Jobs, i Bill Gates, gli Elon Musk o i Mark Zukerberg dell’epoca rivoluzionarono il mondo di allora. Pitagora a Crotone, genio della matematica per il quale utilizziamo ancora oggi i suoi teoremi, creò la celebre scuola dei pitagorici. Archimede a Siracusa, matematico anch’esso e inventore, non si contano i contributi che diede alla scienza. Zaleuco a Locri, legislatore, scrisse il primo codice di leggi in Europa. La Calabria, non si sbaglia certo a definirla, una sorta di California dell’epoca.
Dal punto di vista sportivo, vediamo oggi ai giochi olimpici spesso trionfare gli Stati Uniti che sono la nazione al mondo che ha vinto più ori olimpici. Spesso i risultati sportivi sono lo specchio di quelli economici. Per la Magna Grecia fu la stessa cosa. Le colonie tenevamo molto ai giochi che si svolgevano ogni 4 anni ad Olimpia e inviavano i migliori atleti. Durante i giochi svoltisi nel 6 secolo a.C, Crotone era davanti a tutti anche a Sparta e Atene per vittorie. Astilo, crotonese poi “naturalizzato” siracusano, è stato l’atleta più titolato della Magna Grecia che per 3 edizioni di fila portò a casa la vittoria nella gara di corsa. Un Carl Lewis dell’antichità.
Con l’arrivo dei romani, sia la Grecia che la Magna Grecia, finirono dell’orbita dei tiberini, e queste terre persero via via di prestigio, ma di certo il mondo ellenico conquistò il mondo romano sia dal punto di vista culturale che scientifico, continuando di fatto ad influenzare le generazioni successive.
Abbiamo dunque visto come nell’antichità il Mediterraneo e il nostro sud erano di fatto il centro del mondo moderno per l’epoca. Le similitudini con gli USA sono molte e possiamo davvero dire che la storia ripete se stessa. La voglia di allargare i propri orizzonti, viaggiare e cambiare vita ha da sempre caratterizzato l’uomo, fin dalla antichità, non sempre questa bramosia ha portato buone azioni, ma spesso ne sono uscite idee rivoluzionarie.
E’ importante ricordare la storia delle nostre radici, che fu una storia di totale splendore. Spesso ce ne dimentichiamo e magari restiamo più affascinati da storie più recenti e magari più “esotiche”. Partendo dal ricordo di questo glorioso passato, possiamo forse ripartire ad una nuova ricostruzione, prima di tutto culturale, che ambisca nuovamente ai prestigiosi risultati nell’arte e nella scienza conseguiti dai nostri avi. Lo abbiamo nel DNA.
Fonti consultate: Fondazione Magna Grecia, Treccani, Gazzetta.it