Una stella morente emette un mix unico di radiazioni
Un nuovo studio condotto dall’Istituto Nazionale di Astrofisica di Milano, pubblicato su Astrophysical Journal Letters, racconta la rilevazione di un mix unico di radiazioni provenienti da una stella morente nella nostra galassia. Un’osservazione mai avvenuta prima che potrebbe risolvere un mistero cosmico di vecchia data.
La scoperta coinvolge due tipi di interessanti fenomeni cosmici: le magnetar e i Fast Radio Bursts. Le prime sono stelle di neutroni che possiedono un enorme campo magnetico, tra i più intensi del cosmo.
Il secondo fenomeno invece rappresenta uno dei maggiori misteri irrisolti dell’astronomia.
Scoperti per la prima volta nel 2007, questi eventi pulsano intensamente nelle onde radio per pochi millisecondi prima di svanire, e vengono visti solo raramente. La loro vera natura rimane sconosciuta e nessun tale evento è mai stato osservato né all’interno della Via Lattea, con un’origine nota, né emettendo qualsiasi altro tipo di radiazione oltre le onde radio – fino ad ora.
Alla fine di aprile, SGR 1935 + 2154, una magnetar scoperta sei anni fa nella costellazione della Volpetta, a seguito di una notevole esplosione di raggi X, è tornata attiva. Poco dopo, gli astronomi hanno scoperto qualcosa di sorprendente: questa magnetar non solo irradiava i suoi normali raggi X, ma anche le onde radio.
Gli astronomi a terra hanno notato un lampo breve ed estremamente luminoso di onde radio usando il radiotelescopio canadese CHIME, lo stesso giorno, nello stesso arco di tempo dell’emissione di raggi X. Ciò è stato confermato in modo indipendente poche ore dopo dal Survey for Transient Astronomical Radio Emission 2 (STARE2) negli Stati Uniti.
“Non abbiamo mai visto un lampo di onde radio simile a un Fast Radio Burst, da una magnetar. È davvero una grande scoperta che aiuta a mettere a fuoco l’origine di questi misteriosi fenomeni“, aggiunge Sandro Mereghetti, dell’INAF-IASF.
Questa connessione sostiene fortemente l’idea che gli RFB vengano emanati dalle magnetar e dimostra che i lampi di questi oggetti altamente magnetizzati possono anche essere individuati nelle onde radio.