Published On: Gio, Lug 30th, 2020

Come le foglie sulle rotaie rallentano il traffico ferroviario

Ogni autunno i viaggi ferroviari sono in parte compromessi dalle foglie che cadono sui binari; tale situazione provoca nelle giornate di pioggia ritardi dei convogli, disagi per i passeggeri e nei casi più gravi pericolo di deragliamento. Perché, quindi, le foglie, così leggere e apparentemente innocue, arrivano a rallentare un mezzo pesante decine di tonnellate?
Ora, un team di ingegneri dell’Università di Sheffield, ha provato a fornire delle risposte ricostruendo in laboratorio ciò che accade nell’interazione tra foglie e binari ferroviari.
Al passaggio dei convogli, le foglie vengono schiacciate sul binario d’acciaio, creando uno strato nero molto scivoloso. Una situazione che ricorda molto il ghiaccio sulle arterie stradali.

Le foglie si depositano sui binari

I ricercatori hanno immerso le foglie di sicomoro in un contenitore colmo d’acqua, lasciandole sino a quando l’acqua stessa non fosse diventata marrone. Successivamente, hanno aggiunto una goccia di cloruro di ferro al mix per rappresentare il ferro disciolto da un binario ferroviario, e hanno aggiunto questo “cocktail” acido su una superficie in acciaio. L’applicazione ha comportato una forte perdita di attrito tra le stesse superfici e altri oggetti.

Al fine di carpire i dettagli dell’operazione, hanno rimosso i tannini (sostanze polifenoliche sintetizzate nelle piante) dalle foglie, ripetendo l’esperimento. Ed ecco la scoperta tanto attesa: l’acqua, nonostante le foglie immerse, non cambiava colore e non creava alcuna scivolosità se applicata alla superficie in acciaio. Sono quindi i tannini ad aderire alle rotaie e a formare lo strato scivoloso.

Ora che il processo è compreso, i ricercatori suggeriscono che potrebbe essere possibile sviluppare un’applicazione chimica in grado di abbattere i tannini sui binari. I gestori delle ferrovie, in questo modo, potranno condurre alberi vicino alle linee ferroviarie in modo più ecologico.

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.