Published On: Gio, Lug 30th, 2020

Curare la tubercolosi con un metodo innovativo

Un team internazionale di ricercatori, guidato dalla Durham University, nel Regno Unito, e dal Laboratory of Molecular Microbiology and Genetics / Center Integrative Biology a Tolosa, in Francia, mira a sfruttare una tossina per sviluppare nuovi farmaci anti-TB.

La tubercolosi è la malattia infettiva più mortale del globo con quasi 1,5 milioni di morti ogni anno. Mentre la maggior parte dei casi può essere curata con un trattamento adeguato, il numero di infezioni resistenti agli antibiotici è in costante aumento. Si diffonde respirando minuscole goccioline dalla tosse o dagli starnuti di una persona infetta e colpisce principalmente i polmoni, sebbene possa interessare qualsiasi parte del corpo, comprese ghiandole, ossa e sistema nervoso.

I batteri, come i germi che causano la tubercolosi, producono tossine per aiutarli ad adattarsi allo stress nell’ambiente. Queste tossine sono normalmente contrastate da un antidoto corrispondente, ma quando sono attive possono potenzialmente rallentare la crescita batterica e persino portare alla morte cellulare.

Il team di ricerca ha trovato una nuova tossina, chiamata MenT, prodotta dal batterio tubercolico Mycobacterium tuberculosis, della quale hanno creato un’immagine 3-D estremamente dettagliata che, combinata con dati genetici e biochimici, ha mostrato che inibisce l’uso degli aminoacidi necessari ai batteri per produrre proteine.

La ricerca, che ha coinvolto anche l’Istituto di farmacologia e biologia strutturale di Tolosa, l’Istituto di biologia fisico-chimica di Parigi e l’Università di Otago, in Nuova Zelanda, identifica un meccanismo precedentemente sconosciuto che potrebbe bloccare la sintesi proteica e potenzialmente curare la tubercolosi e altre infezioni.

Questo lavoro apre nuove strade di ricerca per la prossima generazione di farmaci. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances.

About the Author

- E' un giornalista scientifico, regolarmente iscritto all'albo nazionale. Si occupa di cronaca scientifica e duvulgazione dal 2011, anno di inizio del suo praticantato. Sin dal 2007 ha condotto numerosi studi sui raffreddamenti radiativi delle doline di origine carsica, alcuni dei quali in collaborazione con l'ArpaV.