Battaglia delle Termopili: i “300” spartani che passarono alla storia
Molti di voi conosceranno il film “300”, la pellicola record di incassi che nel 2006 raccontò un fatto dell’antichità realmente accaduto. Molti di voi ricorderanno la celebre frase “Questa è Sparta!!”.
Era l’estate di 2.500 anni fa, probabilmente proprio in questi giorni di agosto secondo alcune fonti, quando si scontrarono i persiani contro i greci. L’impero persiano, guidato da Serse, occupava un vasto territorio che partiva dall’attuale Afghanistan, passando per la penisola arabica, la Turchia, l’Egitto e finendo in Tracia. Le Grecia era allora composta da tante città stato, le cosiddette Poleis unite in una lega, e già 10 anni prima aveva subito il primo tentativo di invasione da parte dei persiani. Fu con la celebre vittoria di Maratona che fu rimandato al mittente la conquista del suolo greco.
I persiani, dopo la smacco subito qualche anno prima vicino ad Atene, decisero di intraprendere una nuova invasione e di attuarla durante lo svolgimento dei giochi olimpici che prevedevano la tregua (almeno fra le guerre intestine greche). Per i greci i giochi erano sacri, ma furono informati da una spia dell’avvicinamento dei persiani e visto il grave pericolo, decisero di partire per andare a difendere la madre patria. A guidare la spedizione greca fu il re di Sparta, Leonida. Erodoto narra che prese 300 uomini e si diresse alle Temopili (luogo strategicamente ideale per invadere la Grecia) dove i persiani oramai erano sbarcati in circa 2 milioni e mezzo di uomini
Le cifre narrate degli uomini in campo sono sicuramente numeri non realistici. Probabilmente i persiani potevano essere intorno a 150/200 mila secondo studi più recenti. Anche i greci erano probabilmente in numero maggiore di 300, durante il percorso da Sparta alle Termopili si aggregarono altri soldati e quindi si stimano in totale 5/6 mila unità. In ogni caso è indiscutibile che i numeri in gioco erano fortemente a favore dei persiani.
La zona delle Termopili era uno stretto passaggio sulla parte meridionale del Golfo di Maliaco sul Mar Egeo. L’etimologia del nome ci fa intuire di sorgenti calde che ancora oggi emergono in quella zona. Nel corso dei secoli, dal punto di vista morfologico, la zona si è fortemente modificata. Il fiume Spercheo, che nasce dai monti della Grecia centrale, giunge nella piana del golfo con i suoi sedimenti che hanno negli anni aumentato l’estensione della pianura allontanando la linea di costa. Quello che era uno stretto passaggio fra mare e monti, oggi non è più tale. Attualmente sono diversi i km fra la spiaggia e le alture del vicino al monte Kalidromo.
Tornando alla battaglia ci viene tramandato che i 300 soldati di Leonida affrontarono i temibili persiani che erano in numero drasticamente maggiore. I greci per 3 giorni tennero testa agli avversari e questo permise al resto delle truppe greche di attrezzarsi per lo scontro successivo. La resistenza durò fino a quando un pastore locale indicò un sentiero ai persiani per aggirare il passo delle Termopili e attaccare i greci alle spalle. Questo “suggerimento” fu fatale ai greci che furono accerchiati e uccisi, incluso Leonida, Re di Sparta.
Come si accennava i numeri esatti dei soldati sono ancora oggi oggetto di discussione, ma sicuramente i pochi greci presenti in quello stretto tennero testa ai numerosi persiani con grande coraggio. Grazie a questa resistenza anche la seconda invasione dei persiani si concluderà nei mesi successivi a favore dei greci e iniziò cosi anche il declino dell’Impero di Persia.
Fonti Consultate: Erodoto, Treccani, Numeri pazzi