Taranto, estate 2020: è stata la più ‘fresca’ dal 1999
“L’estate sta finendo“, citava un famoso brano di Stefano Rota e Stefano Righi, alias Righeira del 1985. In effetti il prossimo 22 Settembre alle 13:31, l’equinozio darà il via all’autunno astronomico dopo 3 mesi di estate boreale.
Tuttavia, un’intesa internazionale ha stabilito che il 1 Settembre abbia inizio l’autunno meteorologico; una scelta dettata dalla comodità in termini statistici mensili e perché le variazioni meteo-climatiche, sostanzialmente in anticipo rispetto ai parametri astronomici, subiscono talvolta scossoni di rilievo.
A Taranto l’estate 2020 è stata caratterizzata da temperature sostanzialmente non troppo elevate (Max assoluta 36.6°C il 1 Agosto), a parte qualche episodio di caldo africano (di cui l’ultimo concluso stanotte), dove la combinazione tra valori elevati e alta umidità ha prodotto disagi al nostro corpo.
Dando uno sguardo alla media totale tra i mesi di Giugno, Luglio e Agosto, infatti, otteniamo il valore “meno caldo” da 21 anni ad oggi.
Tuttavia, ciò non significa aver vissuto un’estate troppo gradevole. Il surriscaldamento climatico prodotto in larga parte dalle attività antropiche, come ormai riconosciuto dal 97% dell’attuale comunità scientifica, ha generato negli ultimi 20 anni estati particolarmente calde. Su tutte il 2003, il 2012 e il 2017 (quasi alla pari con il 2019) in termini di media mensile, e l’estate 2007 alla quale risale il record storico di temperatura massima mai registrato sul capoluogo ionico (41.6°C).
E così, anche un’estate meno calda delle precedenti, sarebbe risultata ampiamente sopramedia per il settantennio 1930-2000. Inoltre, il mese di Giugno, freschissimo, ha compensato i valori più alti di Luglio e Agosto, abbastanza alti per il periodo ma inferiori a tante altre recenti estati.
Dando uno sguardo al grafico allegato a questo articolo, infatti, è possibile notare il trend in costante aumento e i valori molto elevati degli ultimi 2 decenni. Ad estati calde ma non troppo, caratterizzate dall’anticiclone delle Azzorre (oggi anche chiamato anticiclone Atlantico), sono seguite (dagli anni 2000) estati dominate dall’anticiclone sub-tropicale, e di conseguenza ondate di calore più lunghe e frequenti.
Dal punto di vista pluviometrico l’estate ha dispensato i tre mesi di una buona quantità di precipitazioni, in larga parte dovute a temporali termo-convettivi (i noti temporali di calore): ben 100.4 mm, pari al doppio della media secolare.
LA TEMPERATURA PERCEPITA – Uno tra i valori più in voga è proprio quello della temperatura percepita. Nei telegiornali è facile leggere grafiche riguardanti questo algoritmo che, è bene dirlo, non ha nulla in comune con la temperatura registrata dai termometri. Si tratta di un indice che tiene conto della temperatura reale combinata all’umidità relativa, cercando di infondere il disagio a cui può andare incontro il nostro corpo. Nonostante un tasso di umidità più elevato a certe temperature favorisca come detto una sensazione maggiore di malessere e difficoltà a smaltire il sudore (che è sempre soggettivo entro un certo range), quella temperatura diffusa in realtà non esiste. Il nostro corpo sentirà infatti solo e soltanto la temperatura presente nell’aria, per cui sarà sbagliato concepire quel valore come reale.
Se ad esempio la stazione meteorologica ufficiale della nostra città rilevasse 30°C con umidità relativa del 60%, il valore percepito risulterebbe di 39°C. In realtà il nostro corpo continuerà a percepirne 30°C, pur risentendo di un disagio maggiore. E’ errato pertanto tradurre questo disagio in gradi celsius.
Allo stato attuale non è possibile prevedere con un certo margine di anticipo cosa accadrà durante la stagione autunnale. Come più volte ribadito in altre sedi, le previsioni stagionali, pur seguendo un criterio scientifico sono ancora di tipo sperimentale; esse non sono in grado di ovviare alle difficoltà previsionali a lungo termine dovute alla dinamicità dell’atmosfera.