Il surriscaldamento climatico causa più decessi per…ipotermia
Secondo un nuovo studio dei ricercatori dell’Università dell’Illinois di Chicago, pubblicato sulla rivista Environmental Research, le basse temperature sono responsabili del 94% dei decessi legati alle variazioni termiche. Il mondo, tuttavia, sta subendo un drastico surriscaldamento climatico che potrebbe far supporre a qualcosa di positivo in merito alla premessa fornita in questo articolo; ma non è proprio così…!
Con la diminuzione del numero di giorni di freddo negli ultimi decenni, il corpo assume una scarsa capacità di termoregolare una volta che si instaura l’ipotermia, e poiché ci sono meno giorni di freddo in generale, le persone non hanno il tempo di acclimatarsi. E’ quanto sostiene Lee Friedman, professore associato di scienze della salute ambientale e occupazionale presso la IC School of Public Health e autore dello studio.
L’ipotermia, o un calo della temperatura interna del corpo, non richiede temperature subartiche. Anche valori non troppo gelidi possono avviarla, definita come un calo della temperatura corporea dai normali 37°C a 35°C. Quando ciò accade, organi e sistemi iniziano a spegnersi nel tentativo di preservare il cervello. Il processo, una volta avviato, può essere molto difficile da tenere sotto controllo; tuttavia, le persone che sono esposte più regolarmente a temperature più basse sono in grado di resistere meglio.
“Non è un caso che i senzatetto analizzati nello studio avevano meno probabilità di morire per lesioni legate alle temperature“, spiega Friedman.
Nonostante il caldo divenga talvolta insopportabile, trovare riparo in un luogo non esposto ai raggi solari o idratare il corpo, può risolvere i problemi.
I ricercatori hanno esaminato le lesioni dovute al caldo e al freddo in pazienti ospedalizzati e ambulatoriali che hanno richiesto una visita ospedaliera nello stato dell’Illinois tra il 2011 e il 2018. Hanno identificato 23.834 casi legati al freddo e 24.233 casi legati al caldo. Tra questi pazienti, ci sono stati 1.935 morti legati al freddo e 70 morti legati alle ondate di caldo.
In realtà, secondo il ricercatore, questi decessi sarebbero ampiamente sottostimati se paragonati ai dati del National Weather Service e ai dati dei medici legali.
“Ci sono molte più persone che muoiono per lesioni dovute alla temperatura rispetto a quanto generalmente riportato”, dice. Tra le persone più a rischio ipotermia gli anziani e le persone di colore, che a causa del freddo hanno riscontrato anche disturbi elettrolitici, malattie cardiovascolari e insufficienza renale.
Secondo Friedman, pertanto, è necessaria una maggiore consapevolezza sul rischio di lesioni da freddo, perché in termini di salute i pochi giorni di gelo risultano più gravi.